Consolidamento

Consolidamento. È questa oggi la parola d'ordine. Se all'inizio fu necessario uno shock per distruggere il conosciuto senza che nessuno osasse ostacolare il processo di ricostruzione, oggi, mattone dopo mattone, tassello dopo tassello, le basi debbono essere rinforzate, i bastioni resi ancor più inespugnabili.

Il nuovo ordine, edificato con enorme sforzo propagandistico e con un dispiegamento di forze inaudito, deve ora necessariamente cristallizzarsi, amalgamarsi con la vita, riplasmare abitudini e quotidianità, passare da straordinario ad ordinario. Nella cementificazione del paradigma autoritario odierno, in cui si rigenerano istituti anacronistici che sembravano sepolti nei meandri polverosi della storia, il conflitto in Ucraina ricopre sicuramente un ruolo chiave. In un momento in cui la narrazione pandemica, tra lasciapassare e punture forzate, sembrava oramai aver smarrito la sua vis originaria, il cambio di rotta bellico sembra più che mai funzionale a corroborare l'ordine costituito, a soffiare sul fuoco della perenne emergenza, a non perdere il terreno sino ad oggi conquistato. Lo schema seguito è il medesimo: un nemico da combattere con ogni mezzo ed ad ogni costo, sacrifici, un capro espiatorio da dare in pasto a masse frastornate ed isteriche, propaganda incessante e mistificazione della realtà. Non contano nulla umanità, democrazia e solidarietà. Contano ancor meno le analisi geopolitiche di eminenti professori da salotto e le manipolazioni mediatiche dei pennivendoli con l'elmetto. Tutto, oggi, sembra esser programmato per consolidare quanto venuto in auge in questi due anni di sconvolgimenti, per continuare a riorganizzare la società secondo schemi ed agende ax ante partoriti, che avrebbero rischiato di affievolirsi, deteriorarsi od andare perduti senza l'avvento di una "nuova" crisi, di un'altra strategia di dominio e terrore. Dal virus alla guerra, dal lockdown all'inflazione, dai novax ai russi, dalla crisi sanitaria a quella energetica, il passo è stato brevissimo. L'assalto all'uomo ed alla sua natura continua sempre nelle stesse modalità, con la fragile e ridicola scusa del bene comune e della salvezza del genere umano. Le tempistiche, oramai, lasciano poco spazio ai dubbi. Se l'inverno passato è stato duro, il prossimo non sarà da meno.

Oramai abbiamo la scorza dura. Coraggio e sangue freddo.