Intervista Strydwolf

Gli Strydwolf sono un duo olandese attivo dal 2009 ma con una già ampia discografia. La matrice di appartenenza è un neofolk di nuova generazione, sulla scia del filone germanico capitanato da progetti come Forseti e Sonne Hagal ma con una freschezza compositiva abbastanza rara in un settore ormai stantio.
Eccoci con il fondatore Williem per una breve chiacchierata.

Ciao Williem, benvenuto.

Grazie, e grazie per questa intervista !

Domanda classica introduttiva: presentaci Strydwfolf e la sua genesi.

Strydwolf è iniziato come mio personale progetto solista, sentivo l’esigenza di rompere con i modi convenzionali di fare musica e volevo inventare qualcosa di nuovo. All'epoca stavo scoprendo la musica industriale e il neofolk marziale e trovai proprio in quella forma il modo ottimale in cui potermi esprimere.

Se da un lato è vero che la proposta di Strydwolf è molto vicina al neofolk tedesco di Forseti e Sonne Hagal, dall’altro bisogna sottolineare come nella folta scena neofolk, il tuo progetto si distingua per qualità e freschezza. Come vedi la scena attuale e quanto credi possa ancora dare il neofolk di questi tempi?

Grazie per le gentili parole ! Penso che il neofolk sia in crescita, vi sono diversi progetti e diversi stili in circolazione. Sono convinto che potrà dire ancora molto, anche perché come genere non è direttamente collegato a una sola forma espressiva musicale.Stiamo comunque parlando di una scena underground per "outsider", per poche persone interessate, non per le masse.

La struttura dei tuoi brani è solitamente basata su giri classici di chitarra acustica, su temi di fisarmonica e campionamenti elettronici di stampo marziale. Oltre ai già citati, quali sono i progetti che più ti hanno influenzato?

Death in June ( ovvio ) , NON , Boyd Rice , Darkwood , Forseti , Sonne Hagal , OTWATM , ROMA , Jännerwein , Von Thronstahl

Quanto sono stati importanti per te dischi come Wolf Pact di Boy Rice e Nada! di Death In June per la tua formazione musicale?

Molto importanti ! Mi ricordo di un amico che a suo tempo mi mostrò "Wolf Pact" a causa della presenza di NON, lo acquistai immediatamente! Conoscevo solamente NON allora, e non avevo mai sentito parlare di DIJ. Nada poi divenne uno dei miei album preferiti di Douglas Pierce.

Nell’ultimo disco tra i musicisti ospiti notiamo uno dei progetti attualmente più interessanti, ovvero Kentik Jivek. Inoltre in “Nur Im Traum” troviamo la splendida voce di S.Domizia. Cosa puoi dirci di queste collaborazioni?

Dunque, Stefania l’ho incontrata in Italia e successivamente ci siamo tenuti in contatto. Le chiesi se le sarebbe piaciuto cantare qualcosa per il nuovo album e lei accettò. E ' stato un vero piacere collaborare con lei! In altra occasione , Kentin mi chiese di fare qualcosa insieme . Componemmo alcune canzoni su internet di cui sono soddisfatto , ma a dire il vero, qualche volta avrei il piacere di lavorarci di persona con questo ragazzo! Penso che potremmo comporre un disco in pochi giorni , lui lavora davvero sodo! Vorrei anche menzionare la collaborazione con Niemandsvater , di cui sono molto contento.

Parliamo dell’artwork del tuo ultimo disco. Da dove deriva la scelta  del pittore tedesco Rainer Langer?

Oltre a comporre la mia musica , io insegno anche arte, ed ho proprio usato il lavoro di Reiners come esempio per i miei studenti . Mi è sempre piaciuta la sua opera d'arte dadaista e così decisi di aggiungerlo su Facebook . Ero scontento dei miei disegni, non ero affatto felice di quello che avevo provato a disegnare con le mie mani . Proprio al momento giusto però, Reiner si offrì di farmi la copertina per il mio disco che si  rivelò subito perfetta, esattamente quello che mi serviva! Penso che la sua opera sia una splendida traduzione di ciò che è il disco! Grazie Reiner !

Al momento , ci sono già alcune recensioni positive su Lieder von Traum und Tod , la maggior parte dei quali definisce lo stesso come il più maturo tra i vostri lavori fino ad oggi. Quali sono i temi principali e le emozioni che hanno maggiormente influenzato la realizzazione dell'album ? Ci sono uno o più brani che si trovano più in armonia con riferimento al concetto ?

Beh, come il titolo spiega : "Canzoni di sogni e di morte", ma anche il senso di un passato dimenticato, di un periodo romantico.
Il concetto solitamente segue quello che ho già creato e osservo quali canzoni posso combinare, dopodichè provo a denominare i pezzi.
"Lieder von Traum und Tod " è anche un libro di Stefan George , pubblicato nel 1899 " Il tappeto della vita e le canzoni del sogno e della morte" . 

E ' difficile scegliere una o due tracce migliori , ma se devo proprio scegliere , direi " Überal " o " Das verlorne Land" . Esse sono in qualche modo più intime rispetto alla maggior parte delle altre canzoni . Potrei anche dire " Morgenrood " e " Ontwaakt " a causa del ritmo, della lingua olandese e dell'atmosfera più potente .

Trai ispiriazione da inni di battaglia socialisti come "Ontwaakt!" e "Zwarte Lage Vlakte". Cosa puoi dirci dunque delle tue vedute politiche e metapolitiche? 

Non ho alcun tipo di opinione politica. La poesia stessa può essere utilizzata in maniera abbastanza controversa e la si può interpretare in più modi, dipende da chi la sta cantando suppongo. Strydwolf non fa politica, ma prende elementi di ideali quando ha bisogno di esprimere un certo sentimento o una certa emozione (In questo caso gli ideali negli inni-battaglia socialisti). (Anche i brani "Eens", "Handen in elkaar", "Morgenrood" e "Vanuit een nieuwe Wereld" sono inni socialisti).

Le tue liriche sono spesso ricavate da poesie celebri della letteratura fiamminga, germanica ed olandese. Sono queste le tue principali fonti di ispirazione? Come nascono i testi di Strydwolf?

Sì , si può dire che sono le mie principali fonti di ispirazione , ma mi piace cantare anche di “battaglie”. A volte scrivo testi io stesso come ad esempio "Winter Come Back ", "Everlasting Sun", "For no reason" e a volte chiedo direttamente a poeti se posso usare i loro testi, come "Geheimnis" di Uwe Lammla o "Der Adler " di Franz Christian Hörlschlager . Anche Michaela Steber ha scritto alcuni testi, come "Reise in die Nacht " (Ft. Stefania Domizia ! ) e " Odins Wort " che sarà sul prossimo Cdr "Die letzten Goten" per SkullLine .

Nell’ultimo disco di Tsidmz “Ungern Von Sternberg Khan” canti la descrizione del Regno sotterraneo di Agarthi fatta da Ferdinand Antoni Ossendowski in Bestie, Uomini e Dei. Anche René Guènon evidenziò nella sua opera Il Re del Mondo tale tradizione nascosta risalente all’alba dell’uomo. Per molti tutto ciò è frutto di fantasia, tu che opinione ti sei fatto in merito a questo viaggio “iniziatico” raccontato con lucidità e precisione dall’esploratore e scrittore polacco?

Chi sono io per dire che è tutto ciò è fantasia? Per me, quello di Agarthi , è un argomento molto interessante, difatti ho letto molto sia su questo e che su argomenti correlati.

Sei molto attivo con le collaborazioni, oltre ai citati K.Jivek e Tsidmz, ricordiamo anche artisti come Gnomoclast, Falkenstein ed Argheid . Quanto ti arricchisce  collaborare con artisti dalle tematiche affini provenienti da altre parti del mondo?

Mi arricchisce molto, credo sia importante avere un po' di variazione nelle vocals. Anche perché, nonostante io dia il mio meglio , non mi reputo un gran cantante, ed è bello avere dei  buoni cantanti sul mio disco. Anche musicalmente , mi aiutano a raggiungere altri livelli di creazione e mi stimolano nuove idee. Inoltre gruppi come Gnomonclast o Falkenstein che hanno già un discreto pubblico possono aiutarmi a farmi conoscere a tutti coloro che probabilmente non hanno mai sentito parlare di Strydwolf,  ed io a mia volta posso fare la medesima cosa.

Grazie per questa intervista e per  il vostro sostegno !
Saluti , Willem.



Cioran, un apolide metafisico

Chi era Emil Cioran?

Spesso quando menzioniamo questo scrittore sono molti quelli che storcono il naso, considerando il rumeno un semplice filosofo depresso e nichilista.

In realtà ciò che ha rappresentato questo grandissimo scrittore non può certamente ridursi alla figura dell'uomo sfortunato che disprezzava la vita in tutte le sue forme.

Riteniamo Cioran un personaggio che fu follemente innamorato della vita.

Spesso Cioran affermava di vivere contro l'evidenza e sottolineava come "la lucidità completa è il nulla..."

Ma cosa intendeva esattamente con questo nulla?

Concretamente la stessa identica assenza di cui parlano i mistici, con la differenza che lui raggiunto questo tipo di consapevolezza si fece venire emicranie lancinanti che si trascinò dietro per tutta la vita.

Non si può non notare (e non solamente in Cioran, ma in molteplici scrittori occidentali) come il concetto di “vuoto" sia percepito spesso in maniera totalmente differente tra Occidente ed Oriente.

Leggendo attentamente i Quaderni personali del rumeno, si nota come lo stesso Cioran si rese conto di ciò nel momento in cui si accostò alla dottrina dello Śūnyatā.

Egli notò che anzichè una sensazione di mancanza come lui aveva sempre percepito, essi trovavano un senso di pienezza attraverso l'assenza.

Consideravano la vacuità uno strumento di salvezza, una via, una guarigione.

Ciò che sin da giovanissimo (nella scrittura di Al Culmine Della Disperazione era poco più che vent'enne) fu per lui causa di vertigine e negatività lancinante, fu invece dall'altra parte del pianeta una sorta di avvio alla liberazione.

Egli dedicò l'intera esistenza alla frantumazione dell'Io e lo fece attraverso l'atto dello scrivere, provò a liberarsi di ogni vincolo e la tematica della trascendenza attraversò per intero tutte le sue opere.

Tra estenuanti privazioni, tra miseria e Dio alla ricerca dell'insondabile dissolutezza umana, egli raggiunse a modo suo un'estasi al margine degli atti, senza riuscire però mai a liberarsi completamente dell'ego, rendendosi conto allo stesso tempo che egli da occidentale, tale forma di pensiero estremista, tale estasi vuota e senza contenuto, l'aveva chiamata erroneamente nichilismo.

Snobbato da tutti gli ambienti accademici (per fortuna), Cioran fu uno dei più grandi svisceratori occidentali dell'Io umano.


"Non siamo realmente noi stessi, se non quando, mettendoci di fronte a noi stessi, non coincidiamo con niente, neppure con la nostra singolarità".