Intervista Porta Vittoria

Porta Vittoria è un ambizioso duo milanese dedito ad una proposta molto originale. Il progetto, composto da Lisa P.Duse e Christian Ryder (Tour DeForce), è capace di amalgamare con grande eleganza suoni di diversi generi e culture, tra industrial e classica, jazz e blues, elettronica ed ambient: un globalismo musicale che in grado di fotografare la post-modernità.

Di seguito riportiamo una piacevole chiacchierata con il duo in cui si è discusso di prospettive ed ambizioni del progetto.

Ciao Lisa e Christian, grazie per la disponibilita'. Porta Vittoria! Un nome epico ed evocativo. Perche' tale scelta? Christian, tu inoltre eri l'ideatore di TourdeForce. Questi due progetti sono connessi? Uno deriva dall'altro? Hanno qualcosa in comune?

Christian. Il nome evoca senz’altro i Moti Risorgimentali, oppure la provocazione di Porta Tosa (il celebre bassorilievo apotropaico della donna che esibisce il sesso mentre si rade il pube); nella realtà la scelta “Porta Vittoria” deriva prima di tutto dalla zona di Milano nella quale abitavamo non molto tempo fa (mi riferisco alla vecchia stazione dove attualmente transita il passante ferroviario). Un ambiente degradato che ricorda scenari alla Ciprì e Maresco in versione Nord Italia. Il suono del nome “Porta Vittoria” ci piace, e con le sue iniziali abbiamo creato un logo che ci soddisfa (tra l’altro qualcuno lo ritiene ambiguamente erotico). Porta Vittoria e TourdeForce hanno in comune qualche richiamo musicale, ma TdF lambisce lidi musicali distanti da PV, in bilico tra electro-wave e synth-pop.

Fino ad ora avete un disco attivo con Old Europa Cafe. Una etichetta storica e fondamentale nella nascita e crescita del movimento industrial. Com' e' stata la vostra esperienza? In generale qual'e' la vostra esperienza, nel bene e nel male, con le etichette discografiche? Infine My Owl Music (presente nella produzione del vostro disco) e' una etichetta musicale gestita da voi o e' condivisa con altri artisti/produttori?

Christian. L’esperienza con la leggendaria OEC è nata nel più classico dei modi: un contatto via email e l’invio di un cd demo da parte di Lisa! Rudolf è stato disponibilissimo e ci ha guidato nella complicata fase di composizione e selezione del nostro materiale. Ci ha praticamente lasciato libertà totale sulle nostre creazioni.
Sono sempre stato piuttosto intransigente rispetto alle mie opere: My Owl Music è l’etichetta (con relativo catalogo) che contrassegna ogni mia produzione. E’ coordinata da me ed un paio di collaboratori.
Dapprima pensavamo di ampliare il catalogo producendo altri artisti, ma la difficile gestione del primo progetto chiamato Consenso (intrapreso con il collega Daniele Murgia) ha frenato il nostro entusiasmo.
In realtà MOM è nata quasi per gioco: infatti ancor prima della label è nato il logo del gufino, disegnato da Lisa.
Ho la sensazione che alla base delle etichette indipendenti ci sia sempre lo stesso problema: la promozione.
Da una label puoi ottenere una distribuzione mondiale: per assurdo il tuo album può raggiungere persino Andromeda attraverso Mondadori, ma a tutti gli effetti il prodotto (anche se di qualità) non riesce a raggiungere l’audience sperato. L’offerta musicale supera considerevolmente la domanda: nell’istante in cui rispondo a questa tua domanda decine di nuove band stanno pubblicando un album, magari promuovendosi su Facebook con lo spam e i tag più selvaggi.
Non sono convinto che i concerti possano sbloccare concretamente la situazione di una band che ha realizzato un lavoro meritevole in studio. Si può aspirare a conquistarsi una nicchia, ma senza investimenti economici importanti o “spinte” c’è poco da fare. Specialmente in fatto di vendite. Per giunta (visto che il mio ottimismo sta attraversando proprio adesso una fase euforica) aggiungo che nell’underground italiano c’è un’ulteriore complicazione: il fatto che la maggior parte del nostro pubblico sia tendenzialmente esterofilo. Nel calderone delle band emergenti a livello di soddisfazione personale le recensioni e le interviste su carta (oppure su webzine) sono già un traguardo notevole di questi tempi.

"Summer Of Our Discomfort" e' un disco molto raffinato, ricco di suoni ricercati che ondeggia tra pop, folk, ethereal, elettronica ed ambientazioni rarefatte. Un ottimo incrocio di atmosfere. Potresti descrivere emozioni, tematiche e influenze che hanno contribuito alla nascita di questo disco? Qual'e' la chiave di lettura piu' corretta per capire in pieno questo esordio? La preziosa voce di Lisa P. Duse arricchisce in maniera notevole il disco. Come e' nato questo sodalizio?

Christian. Il progetto Porta Vittoria è nato proprio in seguito ad una proposta di Lisa.
Ogni brano del disco è riconducibile ad un’opera letteraria, così come sono numerose le improvvisazioni, le associazioni di idee, i riferimenti e le citazioni dal cinema e dal mondo dell’arte. Il disco va affrontato ed assimilato nella sua totalità, nel suo incrociarsi di generi musicali, culture, influenze diverse.

Lisa. Credo che “Summer Of Our Discomfort” possa rappresentare nella sua totalità le mille sfaccettature dell’animo umano: le sue passioni, le sue paure, le sue perversioni ed il modo in cui questi aspetti si interfacciano con tutto ciò che è “esterno” alla sfera delle pulsioni.
Le mie influenze sono chiaramente letterarie, a parte qualche caso isolato come “Your Trash, my Treasure”, mentre quelle di Christian spaziano anche nell’ambiente cinematografico e più propriamente storico. Le chiavi di lettura delle nostre canzoni sono molteplici; ovviamente non componiamo a caso, ogni canzone per noi ha un senso ed è stata scritta con uno scopo ben preciso, tuttavia è anche vero che l’interpretazione non deve essere necessariamente “a senso unico”. Sul web ho letto alcune analisi delle nostre canzoni che trattano aspetti che non mi sarei mai immaginata potessero suscitare.

A proposito di tematiche. Fate parte del gruppo Eurasian Artists Association. Perche' tale scelta? In un qualche modo la tua musica e' collegata con una certa "weltanschauung" multipolare eurasiatista? Qual'e' la vostra visione e in che modo vi approcciate a questa filosofia meta-politica?

Christian. Siamo stati invitati nell’EAA e abbiamo accettato di buon grado. In una realtà socio-politico complessa, deviata, materialista e sempre più opprimente come quella attuale è auspicabile un recupero delle Tradizioni, l’affermazione e la testimonianza della nostra identità.
Il nostro contributo musicale si sposa perfettamente con questa visione multipolare, anche se nella vita di tutti i giorni troviamo sia estremamente difficile optare per una visione più spirituale del mondo, a causa della brutale sovrastimolazione mediatica alla quale siamo sottoposti, la diffusa sensazione di malcontento e di disfattismo (uniti ad ansia, tensione, violenza) che si respira in questi tempi di regresso.

5)La musica industrial e' nata anche con lo scopo di attaccare /criticare la pseudo-civiltà occidentale facendo propria ed estremizzando la sperimentazione sul rumore, sul suono e sulla musica elettronica. Insomma usando i mezzi della civiltà moderna per rivoltarli contro se stessa. Il mondo nel quale viviamo e' ai massimi storici di totale decadenza, si regge su menzogne e pseudo valori. "World Crashing Down" per citare il titolo di un vostro pezzo. Come pensi la tua musica, e in generale la musica, possa influire in maniera positiva in tale battaglia?

Christian. Le masse dei paesi sviluppati sono mentalmente “morenti”: affette da psicopatologie, intorpidite e manipolate dai media. Menzogne e imposizioni sono diventati tabù. Regna la retorica più blanda e fallace.
Si comincia a parlare di calcio o di musica e si finisce con la Reductio ad Hitlerum.
La musica può influire in maniera positiva in quegli ascoltatori predisposti, di mentalità aperta, ma solo a livello di suggestione e di arricchimento personale.

Lisa. Non credo nella funzione di educazione sociale della musica, o meglio non credo nel suo potere di cambiamento della società. Al massimo può farti riflettere su qualcosa. La potenza è nell’individuo, nella sua volontà. Prendiamo ad esempio il punk che fu una corrente musicale che ai suoi esordi nacque come atto di rivolta verso una società che stava sempre più stretta alle nuove generazioni. Che cosa è cambiato? Che cosa ha cambiato? Pensa anche al Jazz, al Rap, a quello che più ti piace. Adesso sono solo generi musicali e basta. Cataloghi per negozi di dischi. La musica diventa attitudine, l’attitudine diventa moda e tutto muore lì. La musica in generale può offrirti un rifugio e farti sopravvivere, il che è già troppo. Per quanto mi riguarda la musica di Porta Vittoria non ha uno scopo né educativo, né oratorio. I messaggi che vi sono all’interno sono soltanto per chi ha voglia di ascoltarli.

Ritornando al vostro disco; la grafica e' davvero molto "delicata", sobria e di buon gusto; leggo "Photography and duo portrait by [NON]". Come e perché avete scelto questo tipo di fotografo/fotografia? In quale misura video e foto sono importanti nella tua vita e nella vostra musica? Nella pagina finale del libretto ci sono due gambe di donna in mezzo ad un ambiente decadente, distrutto. Perché ?

Christian. [NON] è la figura/sigla che identifica i nostri gusti e le nostre scelte in fatto di estetica e fotografia.
Siamo attirati dal fascino della decadenza, dagli effetti dell’inesorabile trascorrere del tempo sui luoghi abbandonati, ove spesso la natura torna ad impossessarsi dei propri spazi.
Inutile dire che siamo appassionati di fotografia e video: elementi importanti anche nella nostra musica, dal momento che oltre al contenuto consideriamo la forma come un fattore essenziale per la completezza di un lavoro. Le gambe di donna in mezzo alle rovine richiamano l’estetica di alcuni nostri videoclip: mi piace la presenza sensuale della donna, creatura superstite, libera e allo stato brado in un desolato paesaggio post-atomico. Mi fa pensare agli scenari di “High Rise” oppure “The Drowned World” di James G. Ballard.

Lisa. Vale più una foto di Nadar dell’intera opera poetica mondiale. Le parole spesso sono esercizio, virtuosismo, autocompiacenza. Le fotografie sono la prova più tangibile di ciò che vede l’occhio, il cuore, l’anima. Possiamo riassumere la nostra stessa vita con una sola immagine, ma non certo con una singola parola. Imago è più forte di Logos.

Sul vostro canale YouTube si trovano alcuni videoclip ufficiali. La cosa che colpisce immediatamente e' l'estrema professionalita' e cura con cui son stati girati. Inutile dire che il video di "Moments We have Stars in Our Eyes" e' uno dei momenti piu' alti sia del disco che del vostro canale YouTube. Che idea sta dietro al pezzo e al video? Immagino ci siano diverse interpretazioni che si possano dare al video; se c'e', quale'e' la più consona?

Christian. In rete il video ha riscosso un buon successo e ha collezionato migliaia di visualizzazioni. E’ stata una bella soddisfazione, così come è stato notevole l’impegno e la credibilità delle attrici sul set.
Ci sono varie interpretazioni riguardo alla vicenda, considerando alcuni punti chiave (l’abbandono della valigia da parte di Lorenza, ad esempio): io credo che si tratti di un suicidio consensuale di coppia.
Mi piace immaginarlo come un atto di amore, volontario (anche se forse il personaggio di Lorenza è un poco più indeciso e viene “guidato” da Anita, la quale ricopre un ruolo più determinato, una partner “maschile”).

"Memento Audere Semper", "And What is beauty. Just the sum of our Perversions' conscience" sono i testi presenti nel libretto che più mi hanno colpito. Il primo per il richiamo ad un certo tipo di eroismo che in questi tempi sembra andato abbastanza perso (eroismo inteso non solo nei confronti di qualcun'altro, ma anche e soprattutto nei confronti di se' stessi, di sforzo a superarsi nelle passioni) e il secondo per la grottesca tragicità della frase. Un contrasto solo apparente tra queste due frasi? Pensi sia forzoso da parte mia accostare queste due frasi? "And What is beauty. Just the sum of our Perversions' conscience" è una frase estratta dal pezzo "Your Trash, My Treasure". Vorrei inoltre parlare del videoclip di questo pezzo. Un bellissimo contrasto di elementi in totale contraddizione: musica raffinata e quasi sensuale su immagini post-atomiche e/o decadenti; la bellezza composta e l'eleganza di Lisa contrapposta ad attori nudi e "dispersi", il tutto in un ambiente surreale. Potresti parlare di questo pezzo e del relativo video?

Lisa. Il motto “Memento Audere Semper” è da considerarsi in puro intento dannunziano, scevro quindi da qualsiasi altra interpretazione. Osare vivere, osare lottare, osare perdere. Tuttavia per “Osare” non s’intende qualcosa di riconducibile per forza all’azione, anche l’inazione è un metodo per tenersi in gioco: non a caso un altro motto dannunziano è “Immotus nec iners”. Il motto è associato al brano “Fire in the Boudoir” perché per scriverla ho preso ispirazione da varie opere di D’Annunzio, facendolo rivivere nella canzone attraverso le sue parole. “Your Trash, My Treasure” invece è una canzone che ho scritto dopo aver letto un libro di Salvador Dalì. In quella canzone c’è anche una frase che dice “Odio la libertà perché ti obbliga a scegliere”. Se devo pensare ad un collegamento, oltre al fatto che l’ispirazione è venuta da due dei più imprescindibili e fondamentali artisti della mia vita, sicuramente il filo conduttore è l’interminabile ricerca nel nostro senso del “bello”. Con questo non vorrei suscitare immagini di raffinatezze per snob e cicisbei, tutt’altro. Quello che intendo è che uno degli scopi fondamentali nella vita è a mio parere lo scandagliare più a fondo che si può le nostre passioni, i nostri desideri, le nostre voluttà, il nostro odio. Viverle, sporcarsi in esse, compiacersi. L’uomo non è fatto per essere asceta, a che serve se il nostro fine ultimo è la morte?

Christian. Riguardo al videoclip la presenza delle rovine e degli scenari decadenti rappresenta un contrasto voluto con la raffinatezza del brano. Una personale estetica della decadenza, dell’archeologia industriale, nella quale una donna (la modella Peri Neri) esplora nuovi scenari ed orizzonti lasciando dietro di sé ogni vincolo con il mondo civilizzato.

A proposito degli altri stralci di testi presenti nel libretto: potresti spiegare in che modo nascono e vengono sviluppati testi cosi ben curati e a cavallo tra la filosofia, la poesia e l'esistenzialismo? Da cosa nasce inoltre il titolo che avete dato all'intero disco?

Lisa. Alcuni testi sono la nostra visione personale di alcune opere di artisti che ci hanno particolarmente colpito o che sono stati fondamentali per la nostra crescita personale. Altri invece sono frammenti letterari, strappati dall’opera originale e gettati così come sono all’interno delle canzoni, senza interpretazioni di sorta che ne inquinano il significato originario. Un esempio è “Captatio Benevolentiae” dove recito un brano appartenente al testo di “Ritratto di signora” scritto da Carmelo Bene. Altri invece, come “Le Reve et la Vie” che ho scritto ispirandomi a Gerard de Nerval, li considero come un vero e proprio reliquiario, un modo per custodire un’immagine di ciò che si ama, per far si che non scivoli via nell’oblio.

Christian. Il titolo del disco è una rivisitazione di un passaggio del “Riccardo III” di Shakespeare, nel quale il celebre inverno dello sconforto si trasforma nella sua estate, vale a dire nella fase finale, speranzosa e risolutiva di un momento difficile e doloroso.

Progetti futuri (dischi, live, collaborazioni ecc)? Avete carta bianca per chiudere e grazie ancora per il vostro tempo.

Christian. Stiamo attualmente lavorando al nuovo album. Sarà un processo lungo e complicato: in genere lasciamo sedimentare le tracce per un periodo in attesa di modifiche oppure ulteriori aggiunte.
Ho idea che sarà un lavoro molto più elettronico rispetto a “Summer...”. Questo potrebbe eventualmente facilitare la possibilità di rendere Porta Vittoria una band live, ma dobbiamo ancora valutare tanti pro e contro, nonché trovare i musicisti. L’aria disfattista e disillusa di conoscenti che suonano dal vivo senza alcuna tangibile soddisfazione (di pubblico ed economica) non è particolarmente stimolante.
Abbiamo di recente collaborato con TSIDMZ arrangiando e mixando il brano “Spiritual Struggle” (c’è anche una piccola spoken section di Lisa nella parte iniziale), un brano incluso nel suo nuovo album “Ungern Von Sternberg Khan”. Con un po’ di fortuna nel 2014 uscirà il nuovo album dei Post Contemporary Corporation di Valerio Zekkini, nel quale ci sarà un brano scritto da noi, intitolato “Heimat”.
Christian produrrà per loro un altro brano intitolato “Palingenesi”.
Infine stiamo lavorando con la Mistress Katrina Selkis ad un nuovo videoclip (piuttosto torbido) di un altro brano tratto da “Summer…”, “Guenther Lause Ist Nicht Bekannt”.

Grazie a Voi, è stato un piacere.