Pitirim Sorokin è stato uno dei più grandi
studiosi del Novecento, nonostante oggi risulti poco conosciuto a causa
dell’attuale circuito culturale che mal distribuisce le sue opere, perlomeno in
Italia.
Nelle poche informazioni che si hanno su di lui dal web lo si descrive come un
grande sociologo, ma definirlo in tal modo è riduttivo poiché egli è stato un
intellettuale completo interessandosi, oltre che alla sociologia, a questioni
teologiche ed etiche, alle dinamiche delle civiltà, alla letteratura, all’
arte, alla filosofia, alla psicologia, al diritto, alla politica e alla
metapolitica. Difficilmente si può trovare uno studioso di tale lucidità e
limpidezza nell’affrontare le cause dei mutamenti socio-culturali nella
storia.
Sorokin in “Social and Cultural Dynamycs” individuò
fondamentalmente tre “Weltanschauungen” a susseguirsi ed alternarsi
nella storia dell’umanità: ideazionale, idealistica e sensistica. Egli le
approfondì tutte e tre, ma soffermiamoci brevemente sulla Weltanschauung
attuale, che egli colse così brillantemente, e per certi aspetti profetizzò,
ovvero quella da lui denominata “sensistica”.
Trattasi essenzialmente della “verità dei sensi”, in quest’ottica la
realtà-valore è solamente quella ottenuta attraverso gli organi sensoriali,
essi sono l’autentica fonte di conoscenza. Vi è un totale rifiuto nei confronti
di qualsiasi realtà sovrasensoriale, poiché quest’ultima non esiste o è
inconoscibile quindi irrilevante (Kant, agnosticismo,positivismo). Ne consegue
che teologia e religione vengono trattate come hobby superstiziose o ridotte a
teologia empirica. L’ignoranza è chiaramente alle spalle di ogni asserzione di
esistenza di realtà non manifeste. Tutto ciò che vi è di spirituale viene
ridicolizzato e reinterpretato nella maniera più volgare e degradante.
Ovviamente si alimenta di gran lena lo studio del mondo dei sensi, la fisica,
la chimica e la biologia, tutte le energie vengono fatte confluire ed
incanalate nei fenomeni sensoriali, nelle innovazioni tecnologiche miranti a
soddisfare i bisogni sensoriali dell’essere umano.
L’uomo diviene un complesso di elettroni e protoni, un organismo animale, un
insieme meccanico di riflessi o di relazioni stimolo/risposta, oppure un’
accozzaglia analitica colma di libido.
“Le scienze sociali e psicologiche iniziano di conseguenza ad imitare i metodi delle scienze naturali trattando l’uomo alla stregua di un fenomeno inorganico, come in fisica e chimica. Tutti i fenomeni culturali finiscono per esser affrontati in termini psicanalitici, fisiologici, endocrinologici e comportamentistici. La società viene pensata come un’ entità economica e le interpretazioni economiche della storia iniziano a godere di un’ influenza indiscussa.”
Si sviluppano mentalità relativistiche, temporalistiche e nichiliste. D’altronde se ogni cosa ha valore temporale e muta in modo inarrestabile e se le percezioni di ognuno differiscono, allora non vi sono principi assoluti e tutto diviene relativo.
“Il relativismo una volta accettato giunge fino a relativizzare ogni verità e valore trasformandoli in “atomi”, di conseguenza col tempo egli cederà il posto allo scetticismo al cinismo e al nichilismo. La linea di confine tra vero e falso, tra bene e male sparisce e la società precipita in uno stato di autentica anarchia mentale morale e culturale.”
Sorokin affermò senza indugi che “nessuna società può resistere a lungo
in tali circostanze”.
Una mente dominata dal principio di verità sensistico non può percepire in modo
assoluto alcun valore permanente ma solo quei valori che può afferrare in
termini di mutamento e trasformazione. Si può notare difatti come i
contemporanei considerino le cose solo secondo i principi di evoluzione e
progresso. Vengono intensamente coltivate in larga maggioranza le discipline che
hanno finalità pratiche e utilitaristiche e alimentano il “progresso”:
fisica, chimica, biologia, medicina, geologia, tecnologia, scienze
economiche. Il sistema educativo si volge verso il sapere utile e ai mestieri.
Compito principale della scuola è formare uomini di successo, artigiani,
ingegneri, tecnici, politici, avvocati, medici ecc. I saperi pratici più
ricercati riguardano dunque l’arte di ammassare denaro e alimentare l’ipotetico
progresso.
La filosofia in voga si dedica anch’essa alla realtà dei sensi, si trasforma in
un sistema basato sul criticismo negativo, sull’agnosticismo e sullo
scetticismo. Quel che non può esser padroneggiato a livello
utilitaristico cade nell’oblio. Ogni forma effettiva di conoscenza e sapienza
viene ignorata, dal momento che essendo priva di utilità immediata, non svolge
alcun ruolo nei curriculum scolastici. Il pensiero metafisico, il non
pragmatismo, i valori assoluti, le religioni trascendenti vengono trascurate,
banalizzate o utilizzate anch’esse in maniera utilitaristica, pragmatica e
strumentale, pensiamo alle ricchezze e alle corruzioni delle istituzioni
religiose o ai degradanti fenomeni new age e spiritisti.
Ma tale atteggiamento è assolutamente comprensibile, se i sensi sono la sola
fonte di cognizione, cosa può esservi di più concreto della materia, dei
riflessi, delle funzioni digestive o del sesso? E’ normale dunque che la
cultura di stampo sensistico solleciti alla soddisfazione dei bisogni e dei
desideri del corpo.
A questo meccanismo “infernale” che egli definì come “una semplice
somma di individui interagenti dove vige il carattere utilitaristico,
edonistico, pragmatico, operazionale” egli contrappose ciò che
studiosi tradizionalisti chiamano “Tradizione”. Sorokin parlò di “sistema di verità
ideazionale”, ma di fatto affermò le stesse identiche cose, ovvero un sistema
basato sull’esatto contrario di ciò che propone la cultura dei sensi
predominante nei nostri tempi. Tale sistema è rivolto alla realtà
sovrasensoriale, fondato su rivelazione, ispirazione divina, esperienza mistica
ed assoluto. La cultura ideazionale è colei che conosce una dimensione ascetica.
"La mentalità ideazionale postula un essere eterno, immutabile, fondamento dell’assolutezza dei valori. L’induismo e il buddismo, come, più in generale, il platonismo e il misticismo, propongono l’introversione e il controllo delle emozioni per giungere alla piena stabilità dell’io. La mentalità sensistica presuppone invece la concezione della realtà come continuo divenire e predica il relativismo dei valori, l’eudemonismo, l’edonismo e l’utilitarismo, che deridono gli assertori dell’illimitato valore dei princìpi etici. Viene stimato buono tutto ciò che incrementa il potere dell’uomo sulla natura e sui propri simili e tutto ciò che procura piacere. Particolare rilievo assume la ricchezza e il possessore di denaro è indicato come modello da invidiare e imitare. Anche in rapporto all’arte e all’estetica si riproducono analoghe contrapposizioni. Lo stile (pittorico, scultoreo, architettonico, musicale, teatrale, letterario, ecc) della cultura ideazionale è simbolico: gli aspetti fisici della rappresentazione, che sono solo accennati senza attrarre l’attenzione dell’artista e dello spettatore, rimandano al mondo invisibile e trascendente. L’arte idealistica è alleata e ancella della religione. Lo stile della cultura sensistica è naturalistico e impressionistico: suoi scopi sono da un lato la riproduzione dell’oggetto e della circostanza nelle modalità che più si avvicinano al resoconto ordinario degli organi percettivi e dall’altro la soddisfazione delle esigenze passionali e grossolane dello spettatore. Esige quindi un’accurata attenzione per i particolari e si propone una minuziosa e tendenziosa rappresentazione che degrada, screditando e offendendo, le componenti nobili ed elevate dell’esistenza. “L’arte per l’arte” è il manifesto dello stile sensistico. È necessariamente futile e superficiale perché in una composizione cerca la musicalità e la piacevolezza invece della verità e dell’elevamento. Trovando nella capacità di procurare piacere il proprio scopo, coltiva il colore e il suono per loro stessi e genera uno stuolo di esteti, intenditori, critici e teorici che giudicano della perfezione tecnica dell’esecuzione. L’artista ambisce al successo presso un vasto e mediocre pubblico. Deve perciò inseguire le perennemente mutevoli richieste della moda e piegarsi all’assioma decretante che tout nouveau, tout beau. Deve essere sempre moderno e aggiornato. Se è uno scrittore, desidera produrre un best-seller e arricchirsi. Orgogliosamente si dichiara libero perché le sue pubblicazioni non sono asservite a contenuti e poteri allogeni, quali grandi princìpi etici ed autorità religiose, ma in realtà, obbedendo alle richieste di un mercato triviale e sguaiato, ha solo mutato, in peggio, padrone.”
La conoscenza empirica qui è a supporto delle religioni rivelate e della
teologia. Osserva la realtà sotto l’aspetto spirituale, ha valore assoluto e
non è né pragmatica, né utilitaristica, bensì a servizio del
sovramondo.
Sorokin è stato bravo ad individuare delle alternanze di sistemi analizzando in
maniera limpida i principi su cui si muove una società ideazionale
(tradizionale) e quelli in cui lo fa quella attuale (moderna), da lui definita
“sensistica”.
Riteniamo che i testi Sorokin, assieme a quelli di pochi altri, debbano essere
annoverati tra le letture imprescindibili per chi voglia capire davvero a fondo
lo spirito dei tempi in cui viviamo senza scadere nel solito relativismo
culturale o nella degenerazione della spiritualità da supermercato.