I fallimenti umani del XX secolo

Talvolta sconcerta notare come la mentalità corrente, specialmente giovanile, ostenti in buona parte un disinteresse. per non dire fastidio, nei confronti delle proposte del Cristianesimo  mentre riservi fervore  e talvolta infatuazione  per le religioni dell'Estremo Oriente. Non sarà già venuto il tempo su cui vaticinava Romano Guardini quando scriveva: «Forse il Buddha l‘ultimo genio religioso con cui il Cristianesimo dovrà incontrarsi»?

Penso che la spiritualità dell'Occidente si sia autolesionisticamente svuotata del suo midollo.
Negli ultimi due secoli il Dio personale è stato eliminato o reso insignificante, ma così sono crollate sia la religione, perche non c‘è più storia della salvezza, che la morale, perché l’uomo diventa normatore assoluto dI se stesso. L'uomo si è concentrato nell‘esaltazione di sé,  entrando nella fase dell‘ateismo di massa; secondo il quale affermare Dio equivarrebbe a spodestare l'uomo.
Progressivamente e inaspettatamente, poi la fase ateistica si è travasata in quella panteistica divenendo la “religione“ del dio-Energia, del dio-Natura, che ora fa tanto presa anche qui in Occidente.
Ma con ragionamenti e constatazioni storiche, si può e si deve demolire questo “dogma" ateistico che sostituisce il vecchio Dio con l’Uomo nuovo.

l cinque messianismi dell'era moderna che avrebbero dovuto prendere il posto di Dio non hanno mantenuto fede alle proprie promesse; il massimo mito dell ‘uomo moderno, l'evoluzione verso il meglio, ha invertito miseramente la marcia, tanto che oggi viviamo nella più angosciante paura “apocalittica". L‘illuminismo aveva pomposamente promesso che, con l‘avvento della Ragione, l’umanità avrebbe risolto tutti i suoi problemi e che l‘uomo avrebbe spiegato e normato se stesso, senza bisogno delle Religioni rivelate; il XX secolo, invece, si è incaricato di smentire questa albagia: i problemi sono aumentati fino all'ennesima potenza, la mente dell’uomo è piombata nel nichilismo e la sovraesaltata Ragione ha finito il suo corso nel “pensiero debole“. Il binomio scienza-tecnica aveva promesso di risolvere tutti i problemi dell‘uomo e della natura. mentre si è dimostrato non lontano dal portare l‘umanità e il cosmo all'autodistruzione. Il marxismo aveva promesso l’uguaglianza e la libertà dall'oppressione economica, ma è finito tragicamente nell'eliminazione di milioni di uomini e nel più grande sistema di schiavitù che la storia ricordi. Il liberalismo aveva promesso il benessere economico per il mondo, mentre il sistema economicamente più ingiusto arricchisce sempre di più gli individui e i popoli già ricchi e impoverisce quelli poveri. La psicoanalisi pansessualista aveva promesso di liberare l‘uomo dal più conturbante dei tabù ma  al contrario, lo ha scoperto succube dei meccanismi più sotterranei, tanto che tutte le storie della psicoanalisi parlano di “ribellione a Freud” e le varie "scuole" aspramente si combattono l’una con l‘altra.
Come dimostra sovrabbondantemente l'esperienza di quest‘ultimo secolo  è l’incapacità dell‘uomo di raggiungere la pienezza del proprio fine che richiede l’intervento di Dio. Dio si è “ritirato“ (come insegnano i pensatori mistici sia ebrei che cristiani) e l’uomo ha collezionato un’impressionante serie dl fallimenti.

Fonte: tratto da "Patologia del Sacro" di A.Contri (ed.Il Cerchio)


Crisi dell'uomo contemporaneo - P.C. de Oliveira

Le molte crisi che scuotono il mondo odierno -- dello Stato, della famiglia, dell'economia, della cultura, ecc. -- costituiscono soltanto molteplici aspetti di un'unica crisi fondamentale, che ha come specifico campo d'azione l'uomo stesso. In altri termini, queste crisi hanno la loro radice nei problemi più profondi dell'anima, e da qui si estendono a tutti gli aspetti della personalità dell'uomo contemporaneo e a tutte le sue attività.

Questa crisi tocca principalmente l'uomo occidentale e cristiano, cioè l'europeo e i suoi discendenti, l'americano e l'australiano. Ed è come tale che più particolarmente la studieremo. Essa colpisce anche gli altri popoli, nella misura in cui il mondo occidentale si estende a essi e in essi ha affondato le sue radici. Presso questi popoli tale crisi si aggrava sommandosi ai problemi propri delle rispettive culture e civiltà e si complica per l'urto tra queste e gli elementi positivi e negativi della cultura e della civiltà occidentali.

Per quanto profondi siano i fattori di diversificazione di questa crisi nei vari paesi del mondo odierno, essa conserva, sempre, cinque caratteri essenziali:

1. È universale

Questa crisi è universale. Oggi non vi è popolo che non ne sia colpito, in misura maggiore o minore.

2. È una

Questa crisi è una. Non si tratta cioè di un insieme di crisi che si sviluppano in modo parallelo e autonomo in ogni paese, legate tra loro da alcune analogie più o meno rilevanti. Quando divampa un incendio in una foresta, non è possibile considerare il fenomeno come se fosse costituito da mille incendi autonomi e paralleli, di mille alberi vicini gli uni agli altri. L'unità del fenomeno "combustione", che si opera su quell'unità viva che è la foresta, e il fatto che la grande forza di espansione delle fiamme derivi da un calore nel quale si fondono e si moltiplicano le innumerevoli fiamme dei diversi alberi, tutto, insomma, contribuisce a far sì che l'incendio della foresta sia un fatto unitario, che ingloba in un'unica realtà i mille incendi parziali, per quanto diverso sia ciascuno di essi nei suoi elementi accidentali. La Cristianità occidentale costituì un tutto unico, che trascendeva i vari paesi cristiani, senza assorbirli. In questa unità viva si è prodotta una crisi che ha finito per colpirla nella sua totalità, per mezzo del calore sommato, anzi fuso, delle sempre più numerose crisi locali che da secoli, ininterrottamente, si vengono intrecciando e aiutando a vicenda. Di conseguenza, la Cristianità come famiglia di Stati ufficialmente cattolici, ha da molto tempo cessato di esistere. Di essa restano come vestigia i popoli occidentali e cristiani. E tutti si trovano nel momento presente in agonia sotto l'azione di questo stesso male.

3. È totale

Considerata in un dato paese, questa crisi si svolge in una zona di problemi così profonda, che perviene e si estende, per l'ordine stesso delle cose, a tutte le potenze dell'anima, a tutti i campi della cultura, insomma, a tutti i domini dell'azione dell'uomo.

4. È dominante

Considerati superficialmente, gli avvenimenti dei nostri giorni sembrano un groviglio caotico e inestricabile, e di fatto da molti punti di vista lo sono. Tuttavia, si possono individuare delle risultanti, profondamente coerenti e vigorose, della congiunzione di tante forze impazzite, purché queste forze siano considerate sotto l'angolazione della grande crisi di cui trattiamo. Infatti, sotto l'impulso di queste forze in delirio, le nazioni occidentali sono gradatamente spinte verso uno stato di cose che si va rivelando uguale in tutte, e diametralmente opposto alla civiltà cristiana. Da ciò si vede che questa crisi è come una regina a cui tutte le forze del caos servono come strumenti efficaci e docili.

5. È un processo

Questa crisi non è un fatto straordinario e isolato. Costituisce, anzi, un processo critico già cinque volte secolare, un lungo sistema di cause ed effetti che, nati in un dato momento e con grande intensità nelle zone più profonde dell'anima e della cultura dell'uomo occidentale, vanno producendo, dal secolo XV ai nostri giorni, successive convulsioni. A questo processo si possono giustamente applicare le parole di Pio XII relative a un sottile e misterioso "nemico" della Chiesa: "Esso si trova dappertutto e in mezzo a tutti; sa essere violento e subdolo. In questi ultimi secoli ha tentato di operare la disgregazione intellettuale, morale, sociale dell'unità nell'organismo misterioso di Cristo. Ha voluto la natura senza la grazia; la ragione senza la fede; la libertà senza la autorità; talvolta l'autorità senza la libertà. È un 'nemico' divenuto sempre più concreto, con una spregiudicatezza che lascia ancora attoniti: Cristo sì, Chiesa no. Poi: Dio sì, Cristo no. Finalmente il grido empio: Dio è morto; anzi: Dio non è mai stato. Ed ecco il tentativo di edificare la struttura del mondo sopra fondamenti che Noi non esitiamo ad additare come principali responsabili della minaccia che incombe sulla umanità: un'economia senza Dio, un diritto senza Dio, una politica senza Dio"


Fonte: tratto da “Rivoluzione e  controrivoluzione”, P.C. De Oliveira (ed. Dell’Albero)