Separazioni

Coppie che saltano, famiglie che si dissolvono. Un fenomeno sempre più in aumento. I motivi sono molteplici, non è ora nostro intento fare una analisi delle cause.
Ci vogliamo soffermare però su un aspetto, ovvero su quella ricerca dell'impossibile perfezione, quello strano miraggio della persona totale.
Ci spieghiamo meglio, quante volte abbiamo visto coppie dividersi perché "ho trovato chi ha X che il mio partner non ha"?
Basta questo per fare saltare il banco.
Secondo tale criterio nessuna relazione può sopravvivere. Perché ogni persona avrà sempre qualità che l'altra non possiede. È matematicamente inevitabile.
L'idea che esista "la persona giusta" come somma di tutte le qualità desiderabili è fallace. È come cercare un colore che sia simultaneamente rosso, blu e giallo nella loro forma pura. Non esiste, perché le qualità umane spesso si escludono a vicenda.

Qui ormai si vive nella concezione dell'"upgrade" (altro termine inglese buttato a forza nella nostra quotidianità).
Si cambia ogni cosa per migliorarla e anche il partner rientra in questa corsa al rialzo. Il partner diventa un prodotto migliorabile, sempre confrontabile con alternative potenziali. 
Più opzioni si hanno e meno si è soddisfatti, è logico. Perché? Perché ogni scelta porta con sé il fantasma di tutte le scelte non fatte. L'illusione di infinità (social, app) rende ogni relazione confrontabile con milioni di alternative ipotetiche.

L'amore maturo però è una scelta, non un sentimento permanente. È la decisione di accettare che nessuno sarà mai "tutto". Valorizzare ciò che si ha invece di ossessionarsi su ciò che manca.
Costruire profondità invece di cercare ampiezza.

Questo non è "accontentarsi" (termine svilente), ma scegliere consapevolmente la fedeltà all'incompletezza di una persona reale rispetto alla completezza inesistente di mille persone immaginarie.