"Esci dalla tua zona di comfort".
Questa frase la sentiamo ovunque, il semplice fatto
di essere soddisfatti è una colpa da espiare.
Cosa significa davvero "zona di comfort"?
Oggi è sostanzialmente un'accusa velata, un modo elegante per dire: "Non
sei abbastanza. Non fai abbastanza. Non desideri abbastanza".
Ma ribaltiamo la prospettiva, e se quella che
chiamano "zona di comfort" è semplicemente la vita si è scelto con
consapevolezza? Se è il frutto di una conoscenza profonda di se stessi, dei propri
valori, dei propri limiti e delle proprie autentiche aspirazioni?
Questa prospettiva non piace.
Eppure cari "guru" i molti casi le cose
stanno proprio così.
Epicuro celebrava i piaceri semplici e la vita
ritirata. Il Taoismo ci parla del wu wei, l'azione senza sforzo, il fluire
naturale con ciò che è.
Quando una persona costruisce una vita semplice,
equilibrata, allineata con i propri valori, non è "limitata".
Chi ha stabilito che l'inquietudine perpetua sia
superiore alla quiete consapevole? Chi ha deciso che l'espansione costante
valga più dell'approfondimento?
Il problema è che molti, spinti dalla retorica
dell'auto-miglioramento infinito, abbandonano vite che li rendevano
genuinamente felici. Inseguono obiettivi che non sono loro, distruggono
equilibri delicati costruiti negli anni, relazioni significative, routine che
davano senso alle loro giornate.
E alla fine cosa accade? Il risveglio amaro. Si
rendono conto, spesso troppo tardi, che quella "zona di comfort" non
era una prigione ma un santuario. Non era pigrizia ma saggezza. Non era
mediocrità ma autenticità.
Alcuni non riescono più a tornare indietro. Il lavoro lasciato per inseguire un sogno imposto, la relazione stabile sacrificata per un'idea romantica di "passione" o tante altre varie "zone di comfort" da cui sono fuggiti.
C'è una differenza abissale tra la paura che blocca
e impedisce di crescere e la pace che deriva dalla conoscenza di sé e dalla
scelta consapevole.
Pertanto, non bisogna farsi condizionare, altro che
"uscire dalla propria zona di comfort", bisogna restarci con la forza
quando la scelta è consapevole. Opporsi
alla pressione sociale che vuole sempre più ambizione, più velocità, più
insoddisfazione.
Rispondere: "Questa vita semplice mi basta, e
va bene così".
Prima di distruggere situazione create con tanta
fatica per inseguire l'ennesimo miraggio dell'auto-miglioramento, fermarsi e
riflettere.
La vita non è una scalata infinita verso una vetta
inesistente.
