Specialmente negli ultimi anni di coercizioni e
lasciapassare, ci sono stati momenti di rottura quando si è scoperto che
artisti apprezzati stavano sostenendo idee ripugnanti o compiendo azioni
contraddittorie rispetto a quanto espresso nella propria arte. Gli esempi che
potremmo fare sono davvero tanti, ma questo è un discorso generale, non rivolto
ad un periodo specifico. Si può ancora apprezzare quell'artista che ci aveva
esaltato e commosso? La questione non è meramente estetica, ma tocca il cuore
stesso di cosa significhi creare e fruire arte.
Quando un pittore dipinge, quando un musicista
compone, quando un poeta scrive, stanno forse semplicemente trasferendo sulla
tela o sulla carta le loro convinzioni personali? O accade qualcosa di più
misterioso e complesso? Come se fossero "attraversati" da
qualcos'altro? L'ispirazione opera secondo logiche diverse da quelle della
razionalità quotidiana. È come se l'artista diventasse un medium attraverso cui
qualcosa di più grande si manifesta - che sia l'inconscio collettivo, l'essenza
umana universale, o semplicemente la capacità della mente di attingere a verità
che trascendono le limitazioni della personalità cosciente. L'arte parla di
qualcosa che va oltre le limitazioni personali, attingendo a quella dimensione
dell'esperienza umana che è universale e atemporale. Il problema nasce
quando confondiamo l'artista con la persona. L'artista non è l'individuo
biografico con le sue opinioni e le sue debolezze, ma è quel canale attraverso
cui si manifesta una visione che può essere molto più ampia e profonda delle
sue convinzioni personali. Questo non significa ignorare tutto ciò che si
compie sul piano personale, ma riconoscere che l'arte opera su un piano diverso
e la sua capacità di rivelare verità profonde sull'esistenza umana può emergere
anche dalle contraddizioni e dalle imperfezioni di chi la crea. Non passa
giorno che non sentiamo frasi del tipo "quello lì ha sostenuto quella
coercizione, quell'altro non si è schierato contro quella situazione
geopolitica, l'altro ha idee pessime e mi sta antipatico" ecc.
Riusciamo semplicemente a cogliere quella scintilla
di verità universale che l'opera d'arte può contenere, indipendentemente dalle
limitazioni di chi l'ha creata? Perché se non riusciamo a fare questo,
probabilmente è meglio non ascoltare, né guardare le opere di nessuno. Se
ci aspettassimo che le idee di un artista coincidessero con le nostre,
probabilmente gli artisti ‘degni’ si conterebbero sulle dita di una mano.