"Antologia di Spoon River" di E.L. Masters

Perla d'inestimabile valore nel variopinto universo narrativo d'oltreoceano, l' "Antologia di Spoon River" di E.L. Masters è, senza dubbio, un caposaldo della letteratura del Novecento. Composto da una straordinaria e corposa raccolta di epitaffi, lo scrittore ed avvocato statunitense racconta, attraverso versi concisi e mordaci, le storie, prive di filtri e pulsanti d'esistenza pura, dei "dormienti" della collina, tralasciando volutamente giudizi e considerazioni morali sui comportamenti e sulle esperienze in terra dei protagonisti dell'opera. Attraverso l'intuizione geniale di dar voce a chi, per forza di cose, voce non ne ha più, l'autore, come una guida, ci accompagna per mano tra le lapidi "parlanti" di un piccolo cimitero del Midwest americano, donandoci un quadro unico, impietoso, crudo, talvolta intriso di meschinità, malinconico, doloroso, a tratti struggente, che rende uniche le vicende ivi narrate, scrostate meticolosamente da ogni alone d'idealizzazione letteraria, che punta dritto al cuore, allo stomaco, alle papille gustative esistenziali del lettore, senza lasciar volutamente spazio a facile retorica ed inutili lustrini. Affilato, reale, disincantato, odorante di "sangue" e di vita, il testo di Masters si traduce dunque in una cronaca dettagliata che squarcia il velo d'oblio che cala sui defunti, concedendo loro ancora un sussulto, un' ulteriore occasione di raccontare le proprie vicissitudini, di tramandare la propria versione dei fatti, donandoci quasi la sensazione di sfiorare il freddo marmo dei sepolcri, di passeggiare riconoscendo volti ed ascoltando storie trasudanti verità, in un affresco spietato, a tinte forti, specchio perfetto di un'umanità peccatrice, capace d'amare ed al contempo di odiare, eroica e vigliacca, incarnante una società ossimorica, ricca di contraddizioni, smantellata di valori, crudele, che, sovente, divora vorace ogni respiro, recidendo violentemente speranze e possibilità di redenzione.

"Tutti, tutti, dormono sulla collina"