Lo stantio antifascismo

È un argomento vecchio, già stradibattuto, eppure quando si tira fuori la questione dell'antifascismo saltano subito fuori quelli che: "ah ma allora siete fascisti".

Non attaccano tali accuse, chi è ancora legato a queste etichette deve capire, una volta per tutte, di essere stato vittima di un raggiro. È difficile ammetterlo, ma bisogna fare questo sforzo di onestà intellettuale. Nonostante esista una minoranza di nostalgici di epoche passate, noi sappiamo bene che il fascismo è stata una parentesi storica che va contestualizzata e non replicabile nei tempi attuali. Il termine “fascismo” non può essere utilizzato come sinonimo di dittatura, se si è contro i regimi dittatoriali bisogna esserlo verso quelli dei propri tempi. E’ ingenuo pensare che la storia dei regimi si sia fermata al 1946. Certo, la retorica antifascista propagandata nelle scuole ha sempre insegnato che viviamo in un'epoca democratica, di progresso, attenta alle minoranze. In realtà non è così, il potere ha solo cambiato pelle, ma è sempre stato molto riconoscibile nei suoi intenti.

Qualcuno ammonisce di non fare di tutta l'erba un fascio verso i movimenti che si dichiarano “antifascisti”, invece bisogna fare proprio così, perché oggi definirsi in tal maniera, quando l’unica ideologia rimasta da tempo è quella liberale, dei cosiddetti “mercati” e i loro deus ex machina, non è ammissibile.  Il liberalismo monopolizza la politica calpestando popoli e culture. Demonizza in tutti i modi regimi del passato semplicemente per utilizzarli come metro negativo di paragone, per dimostrare la propria bontà. Ma è un sistema che è sempre stato democratico solamente di facciata dal momento che, alla resa dei conti, un pool di banchieri e finanzieri, non eletti da nessuno, decide la solidità di un paese, il suo governo, le sue leggi e la sua economia, indicando cosa si deve o non si deve produrre. I media sono a senso unico e seguono linee ben precise, la libertà di stampa è un’altra illusione. Non esiste alcun progetto politico che non sia al servizio di élites, sono loro che nominano direttamente i governi nazionali.

Bisogna prendere piena consapevolezza di vivere in una democrazia presunta, con personaggi a servizio di interessi oligarchici. Uomini che governano le nostre vite pur non essendo legati a nessuna espressione di volontà popolare. Ogni governo nazionale è sottoposto a ricatti ed il parlamento è esautorato di ogni decisione e vincolato agli interessi del mercato.

Il punto è esattamente questo, che mentre il potere decisionale è legato ad élites ed a tecnocrati, col dito si sono sempre indicate le figure defunte di Mussolini o di Hitler. Certamente è stata una ottima tattica, riuscita, ma nel 2022 questo ridicolo dibattito non dovrebbe più presentarsi. E questi giorni possono aiutare a comprendere tali semplici evidenze.