In risposta a BUTAC

Cari amici di Butac,

il vostro articolo ci ha piuttosto colpito perché non eravamo pienamente consapevoli di che genere di umori circolassero inespressi intorno a questa pagina. Ora percepiamo chiaramente il livore e la malignità che circonda noi e chi cerca di farsi delle domande; un tono emotivo tale da spingere chi scrive tra di voi, con ben poca prudenza, oltre la soglia della diffamazione.

Siccome l'accusa di neonazismo è pesante, vi chiederemmo di documentarla. In particolare, vorremmo sapere quando avremmo espresso tesi favorevoli al razzismo, all'antisemitismo, all'eugenetica, al darwinismo sociale, al culto hitleriano, al suprematismo bianco, insomma, a tutto ciò che è sensato e ragionevole considerare nazismo. Se non vi è traccia di queste idee in ciò che condividiamo (e non ve ne è traccia perché nessuna ci appartiene), quale pensiero che abbiamo espresso ritenete essere caratterizzante al punto da farci meritare tale etichetta? Si tratta di un processo alle intenzioni basato sul vostro termometro politico, o su qualche elemento di cui disponete e che possiamo discutere?

Per quanto riguarda i post che citate, sui primi due c'è ben poco da dire. Il primo non è di nostra redazione sebbene ne condividiamo i contenuti: lo stile non è chiaramente il nostro; spesso pubblichiamo materiale di terzi, vicini a noi come visione, senza firmarli (a meno che non lo richieda l’autore) come non firmiamo i nostri scritti, credendo che le idee meritino di essere ascoltate (o rigettate) a prescindere da chi le scrive o le esprime. Quando pubblichiamo questi post, non li ritocchiamo: è una nostra scelta. La nostra pagina non ha un nome o una faccia perché la sua faccia è quella di tutti coloro che vi si riconoscono. Se vi urta la scrittura (credo che non discuteste tanto i contenuti, piuttosto blandi, quanto lo stile) peccato: non tutti sono letterati; noi non lo siamo e non abbiamo il palato fine. Soprattutto, non siamo culturalmente classisti come ormai certe derive di sinistra: preferiamo testimonianze ed elaborazioni genuine alla scrittura impeccabile ma infida dei prezzolati del sistema. Questioni di scelte. I nostri lettori, in genere, lo considerano un valore aggiunto.

Il secondo post, invece, tratta del ben noto argomento secondo cui i "negazionisti" sarebbero dei potenziali malati di mente. Lo sostengono alcuni psichiatri e psicologi (sottolineo alcuni) ritenendo che chi non si allinea alla narrazione condivisa, starebbe rifiutando la realtà, in una sorta di rimozione che rasenta la schizofrenia. Lo consideriamo un argomento povero ed ideologico, nonché ingenuo: può benissimo essere rispedito al mittente, sostenendo che chi si allinea alla narrazione condivisa in modo acritico lo fa per paura di dover mettere in discussione quell'ordine che lo rassicura. Di certo conoscete l'esperimento di Asch. Di sicuro quello di Milgram sul conformismo sociale. Non ho dubbi sul fatto che siate al corrente dei rischi rappresentati da una società senza contraddittorio...

Il terzo post invece merita effettivamente una critica, e infatti è stato eliminato da noi stessi su segnalazione di un utente un giorno prima del vostro articolo.

Ci era stata riportata la notizia di un fatto di cronaca di Torino e ci avevano segnalato l’assurdità della situazione creatasi, ovvero il fatto che a una bambina con una pallottola in testa ricoverata d’urgenza venisse fatto preventivamente il tampone

Certo, nulla di illecito; è di fatto protocollo vigente, ma la nostra opinione è che si tratti di misure ingessanti che spesso causano ritardi e provocano danni (il caso della partoriente che aspettando il tampone è morta lo ricordate? Non è il solo purtroppo).

Noi per queste procedure abbiamo espresso più volte sdegno e riserve, e qui lo abbiamo ribadito.

Riguardo alla seconda parte, invece, un utente è intervenuto facendoci notare che l’autopsia veniva fatta per motivi diversi dalla verifica della malattia. A quel punto abbiamo ringraziato per la segnalazione ed abbiamo eliminato il post, nonostante fosse rimasto in sospeso il quesito relativo alla catalogazione del decesso (viste le prassi di questi mesi, vale la pena ricordare il caso del finanziere Grauso, in coma vegetativa per una pallottola e catalogato malato).

Ad ogni modo capita di essere imperfetti, noi ringraziamo sempre quelli che ci fanno notare eventuali errori di valutazione e correggiamo il tiro quando riteniamo le critiche sensate e condivisibili. In pratica, l'episodio che citate, piuttosto che manifestare la nostra malafede, dimostra invece che torniamo sui nostri passi se riceviamo argomentazioni pertinenti.

Terminiamo questa lettera informandovi che, nonostante riteniamo che siate stati scorretti e ingiusti nei nostri confronti, mai auspicheremmo che qualcuno vi chiudesse la bocca d'autorità. Crediamo che ognuno serva la verità che vede, e che non la scelga. Chi persegue la verità, per come la vediamo noi, è sempre portatore di un valore, sia anche in quanto testimone di un errore che può essere confutato, o di un limite che può essere oltrepassato. Quello che facciamo, lo facciamo in buona fede e in modo disinteressato; non so se valga altrettanto per voi, ma ve lo auguro. Ci è estraneo lo spirito squadrista che manifestate perché riteniamo che i vostri toni avviliscano tutti, noi e voi, manifestando uno scadere della qualità del dialogo e del confronto, sociale prima che politico, francamente desolante.

Invitiamo chi vi legge, se lo desidera, a confrontarsi con noi e i nostri lettori sulla nostra pagina, dove il pluralismo non è sospetto, non si discrimina a priori ed ideologicamente tra posizioni di destra e di sinistra, ma si cerca di guardare oltre verso un orizzonte critico comune e condiviso.

In fede,

Weltanschauung Italia.