Il significato dello sport ha molto a che vedere sul modo in cui ci approcciamo alla vita.
Se filtriamo sempre lo sport attraverso lenti
critiche come "controllo delle masse" e "denaro", cosa
otteniamo? È vero che nello sport professionistico c'è corruzione e uso
politico, ma ridurre tutto a questo significa privarsi della gioia e della
bellezza che lo sport può offrire, come ci hanno ricordato anche grandi
pensatori del passato.
É totalmente autodistruttivo filtrare ogni
esperienza attraverso la frustrazione economica e con letture politiche.
Mantenere una certa leggerezza nell'approccio alla
vita, pur essendo consapevoli delle sue contraddizioni è saggio.
Il già citato Camus vedeva nello sport (era un
portiere di calcio) un'espressione di vitalità e libertà, un modo per
confrontarsi con l'assurdo dell'esistenza attraverso il gioco e la competizione
leale.
Erano tempi diversi ma tutt'oggi è necessario
distinguere tra il gioco, autentico e vitale, e la sua manipolazione
commerciale.
Lo sport ha un valore che trascende le sue
contraddizioni sociali ed economiche, è un modo per mantenere vivo il
"bambino interiore" che sa ancora gioire delle cose semplici, pur
nella consapevolezza della complessità del mondo.
Questo non significa mettere la testa sotto la
sabbia, né non essere consapevoli di come vengano utilizzati dal potere gli
sport come armi di distrazione di massa, sfruttando la voglia di senso di
appartenenza.
Ma a nostro avviso è saggio preservare l'innocenza
bambina, trovare degli spazi di equilibrio per non farsi rubare anche
questi aspetti vitali dal potere.