Il fatato mondo delle elezioni

Poltrone, vitalizi, stipendi d'oro. Popolarità, agevolazioni, soldi da spartire, benefici inimmaginabili di cui godere, fette di torta da azzannare con avidità, come golosi bambini lasciati soli un una pasticceria ricolma d'ogni leccornia, senza commessi dietro al balcone, dove il padrone, dallo sguardo aquilino e severo, è assente. Questo è ciò che abbiamo donato loro, nel dorato e fatato mondo della "democrazia". Un' opera degna di Hieronymus Bosch, un tripudio di grottesche figure che si accalcano, sgomitano, sudano, si muovono sinuose, maestre nell'arraffare, prodigiose nell'arte di confondere, mistificare, del dir tutto per non dir niente. Ed in cambio cosa abbiamo avuto? Illusioni. Inganni. Facili slogan, piazze preconfezionate animate da guitti indegni di un teatro di provincia. Della giustizia, del benessere, della prosperità, dell'equilibri sociale, della tutela della" salute" pubblica e dei più bisognosi che promettono senza pudore alcuno e senza vincolo di mandato, neanche l'ombra, nessuna traccia pervenuta. Se c'è una lezione di cui dobbiamo far tesoro, data da questi due anni e più di delirio assoluto e di caos organizzato è che tutto è posto in essere per cambiare, affinché non cambi nulla. Che siamo dinnanzi ad una grottesca commedia, a cui ci chiedono di prender parte come pubblico pagante, indottrinato, che plaude e fischia a comando, che si crede protagonista, ma è misera comparsa. Pochi punti chiari, salienti, precisi debbono perciò esser scolpiti nella roccia, rappresentata dal nostro spirito, oramai forgiato dalla battaglia per l'ovvio e la quotidianità perduta che combattiamo senza sosta: nessuno verrà a salvarci. La resistenza va costruita ogni giorno nel quotidiano, mattone dopo mattone, non sperando in condottieri dalla spada lucente e dal cavallo bianco. Se proprio dobbiamo prendere parte alla farsa elettorale di questo disperato carrozzone democratico, attaccato senza pietà ai suoi privilegi e schiavo di poteri sovranazionali, che lo si faccia con intelligenza, lungimiranza e freddo calcolo, senza aspettarsi nulla di nuovo. Le idee, la bellezza, la libertà che si estrinseca, nella sua forma più pura, con la reale "partecipazione", albergano altrove.