ll nuovo totalitarismo e la rivoluzione della coscienza


Per "coscienza" non si intende ciò che normalmente viene confuso o inteso per essa, ovvero la sensibilità o le varie norme etico-morali, che pure hanno la loro importanza.
Per "coscienza" intendiamo quell’insieme di livelli “sottili”, "invisibili", "interiori", che fungono essi stessi da direzione per l’attività umana nel mondo della materia, e che hanno leggi “oggettive”, basate sulla coniugazione dei saperi di tipo metafisico con le ultime scoperte della scienza (fisica quantistica, delle particelle e neuroscienze).
Livelli che vanno purificati dalle scorie della penetrante azione mondialista (manipolazione mediatica; stili di vita decadenti; abuso tecnologico; adorazione emulativa di idoli dello spettacolo; svilimento delle caratteristiche sessuali, etnico-nazionali, tradizionali; ecc.), e poi difesi e potenziati con l’attività spirituale.
Dunque: «L’unico principio che abbiamo è solo ed esclusivamente la “coscienza”; una norma interiore connessa a una dominante superiore. Invece, per l’azione nel mondo esterno, risulta una teorica possibilità di tutto, oggettivandosi, però, la legge karmica per cui “ogni azione paga il prezzo di sé stessa in maniera assolutamente deterministica”.»
«Le “nuove élite” saranno costituite da individui sottopostisi ad un fuoco interiore, "distruttore" e "rigeneratore", secondo un’autorealizzazione individuale, una via non ortodossa, “della mano sinistra”, della “trascendenza distruttiva”, personale e non irreggimentata, tipica delle fasi finali del Kali Yuga.»
Alla base di queste nuove élite e di questa rivoluzione della coscienza vi sarà un “nuovo tipo umano”: «Quest’individuo sarà un’“Anarca”, il quale, a detta di Ernst Jünger, “non si sottomette alle leggi della società ma è alla continua ricerca di una legge naturale o cosmica”». 

R.Siconolfi