Governi occulti - S.Hutin

Esistono dei governanti sconosciuti? Un celebre statista inglese del secolo scorso, Benjamin Disraeli, scrisse questa frase significativa: « Il mondo è governato da personaggi ben diversi da quelli creduti da coloro i quali non sanno guardare dietro le quinte ». Notiamo già, da quanto traspare dalle informazioni accessibili al giornalismo di medio livello, come ogni genere di équipe poco appariscente e teoricamente subordinata ai governi ufficiali, goda in effetti di certe possibilità d'autonomia che sfuggono agli stessi governi: le équipes delle amministrazioni e dei ministeri sono potenti e durature (i ministri e i regimi passano, mentre gli alti funzionari restano). I servizi segreti e le polizie fanno volentieri ciascuno il proprio gioco, complesso e aggrovigliato; e quanto alle possibilità d'azione dell'alta finanza, esse operano, come ben sappiamo, a livello internazionale. Ma esistono realmente dei governanti occulti? Il romanziere André Hardellet così scrive nel suo libro Le seuil du jardin:

«Dietro al succedersi dei vari governi, dovete aver percepito la continuità di certe forze, di certi principii, e questa stabilità non può essere spiegata che con la presenza di forze occulte che in effetti dirigono il Paese. Il variare dei nomi o delle sigle dei partiti non significa nulla e le masse si accontentano della facciata. Naturalmente il mio pensiero è schematico mentre la realtà è ben più complessa; è avvenuta certamente una evoluzione, ma grosso modo le cose si svolgono così. I ministri riconosciuti sono affiancati da altri organismi i cui poteri talvolta oltrepassano i loro. Io non rappresento che una piccola rotella dell'ingranaggio. Non conosco tutti quelli che lavorano nel mio stesso campo e ignoro, oltretutto, a cosa faccia capo questa rete di forze. Si potrebbe anche supporre che l'autorità suprema non sia emanazione di un solo essere ma di una volontà comune».

Così si legge in un romanzo, ma il suo autore si è ispirato a degli avvenimenti reali di cui era al corrente. Dovremmo dunque immaginare gli organi dei governi occulti come una serie di elementi connessi e sovrapposti su scala nazionale alcuni, altri invece che operano a livello internazionale: ognuno di questi elementi avrebbe un potere assoluto di giudizio su tutto ciò che da esso dipende, mentre sarebbe totalmente subordinato a sua volta alle istanze superiori, che conosce solo attraverso gli individui preposti al collegamento. Nel caso in cui avvenissero delle defezioni o delle pericolose divulgazioni, con questo sistema di compartimenti stagni, gli strati superiori non potrebbero mai venire raggiunti. Inoltre, in casi simili, le sanzioni sarebbero senza pietà: da qui l'esiguo numero dei tradimenti.

Tratto da “governi occulti e società segrete”, di S.Hutin (ed.Mediteranee)



Viaggiare nel tempo

Analizzare determinati tipi di fenomeni storici, per loro natura complessi ed articolati, ragionando per slogan,  seguendo ciecamente mode e diktat culturali del momento, è il peccato originale di chi si appresta ad esaminare tali questioni ed a divulgare "studi" e conclusioni tratte. Si fa un gran parlare, spesso a sproposito, di "fascismo", da una parte con riferimento al neonato governo Meloni, reo di aver arruolato tra le sue fila pseudo nostalgici del regime, dall'altra etichettando con tale definizione i provvedimenti draconiani e repressivi delle libertà personali presi dall'autorità in questi anni di delirio giuridico/sanitario. Ma è giusto il percorso che si tende a seguire? L'errore che spesso viene in auge, commesso financo da molti "storici" che si cimentano in materia, è quello della mancata contestualizzazione, del non riportare i fatti rapportandoli al proprio tempo, di ragionare con schemi mentali improntati sulla modernità, imperniati sul nostro modus operandi, sui vincoli culturali odierni. Il lavoro svolto, così, risulta sempre carico di sovrastrutture, poco obiettivo, scarnificato, eccessivamente semplificato. Seguendo questa malsana prassi, ogni avvenimento politico, ogni personaggio rilevante del passato, piegati ed ingabbiati nella nostra rete di pensiero, diverrebbero disumani, bestiali, poiché non incarnanti quei "valori" imposti ( se si possono definir tali) che caratterizzano il nostro approccio alla vita. Così, di questo passo, i grandi condottieri dovrebbero essere etichettati come volgari assassini, tutti gli imperatori romani od i sovrani, persino i più illuminati, come beceri e violenti, i più importanti generali e strateghi militari come uomini senza scrupoli e macellai. Persino Giuseppe Ungaretti, di cui si incensano da sempre umanità ed immense doti di poeta, potrebbe esser definito un "sanguinario", in quanto sfidò a duello Massimo Bontempelli sotto lo sguardo vigile di Luigi Pirandello, per questioni che, senza mezzi termini, secondo i nostri canoni  definiremmo delle bagatelle Nella storia dunque, scritta peraltro dai vincitori, non esistono solamente i buoni od  i cattivi. Tutto questo è falsità e mera riduzione a puerili sillogismi.  Se non si parte dal punto fermo della contestualizzazione, se non si comprendono a fondo dinamiche, situazioni economiche e politiche, gli equilibri internazionali, i costumi di quel determinato spaccato, l' hic et nunc in cui certe decisioni maturano, si ragiona solo per "etichette".  Se si aziona il pilota automatico, dunque, senza" viaggiare nel tempo", rimanendo inchiodati alla nostra epoca, ci si perde, mestamente, in fumose elucubrazioni, in "parole d'ordine" preimpostate, in maldestri tentativi di propaganda, che si scontrano incontrovertibilmente  con la logica e la verità, rendendo tali discipline solamente funzionali alla narrazione dominante, schiave del sistema imposto, dirette a plasmare ex ante il nostro modo di pensare ed agire, a rendere superficiale, ozioso e fanciullesco ogni dibattito, mortificando miseramente  spirito critico e volontà di reale approfondimento.