Siete fuori dal "sistema"?

Uno dei grandi tranelli del cosiddetto "sistema" è far credere, a colui che considera se stesso un "ribelle" o un "antagonista", che il sistema sia un corpo estraneo, qualcosa che si può accogliere o rifiutare, un nemico esterno a cui è possibile dichiarar guerra, che si può vincere o a cui si può soccombere. Un sistema è, per definizione, un insieme organico di parti, raccolte intorno a un principio organizzatore che le trascende, e che sono ad esso interconnesse costitutivamente e in maniera strutturale. Tutto ciò che è interno al sistema è parte del sistema e ad esso organico, compreso il rifiuto e l'antagonismo al sistema stesso. Se state leggendo queste righe e vi considerate fuori dal sistema, sappiate che il sistema ha prodotto il vostro rifiuto, lo ha previsto e calcolato, lo ha incoraggiato in una certa misura perché funzionale, lo tollera finché può digerirlo, e se in qualche modo esso diventa tossico, lo gestisce nel modo in cui l'organismo gestisce le proprie cellule malate o difettive. In generale è corretto affermare che il sistema produce il rifiuto e l'opposizione al sistema come strumenti della sua perpetuazione, e quando essi non sono più utili all'equilibrio dell'organismo, li annienta semplicemente sospendendo i lori legami strutturali con il sistema stesso, perchè essi non sono nulla e non hanno alcun significato se non come parti organiche al sistema. Il sistema è un circuito ermeneutico completo, che raccoglie e ricomprende ogni proprio momento, compreso quello negativo. Questo è il motivo per cui ogni velleità romantica di lotta e opposizione frontale al sistema è pia illusione. Ignora la propria funzione di momento organico al sistema medesimo, e il suo destino segnato dalla natura delle cose. È tempo di lasciare all'adolescenza i sogni romantici, e abbracciare il distacco e il realismo dell'età matura. A partire da questi presupposti è possibile immaginare forme e strategie di azione efficace.