I "mostri" in casa

Dopo i fatti di Palermo, i ragazzi coinvolti nello stupro sono finiti giustamente in carcere. La vittima invece è tornata sui social.

Questo recente fatto di cronaca ci ha dato l'occasione di osservare i profili social dei giovani coinvolti. Ciò che emerge non è la banalizzazione mediatica che ha voluto dipingere sette mostri usciti fuori da chissà dove.

Anche se fa comodo pensarlo, in realtà trattasi di giovani assolutamente nella media, potrebbero essere i figli di chiunque. Alla nostra società che vende continuamente disvalori piace tanto puntare il dito per non sentirsi mai responsabile di nulla. Vi invitiamo allora a farvi un giro nei profili di tutti i ragazzi coinvolti, lei compresa. Cosa si può osservare? Niente di diverso da quello che i ragazzi medi del 2023 fanno. Trap, Tik Tok, nudità, banalità, vuoto interiore, divertimento fine a se stesso, noia esistenziale.

Accade così che in una serata qualsiasi la lei di turno, si trovi in mezzo a un branco di coetanei, che ad un certo punto decidono di poterne approfittare. D'altronde, a quanto si legge sui giornali, tra loro avevano già dei filmati della ragazza in situazioni simili. Ecco che, nella loro testa scatta il meccanismo "tanto le piacerà", e accade quel che accade. Trattasi di ragazzi come tanti, che ogni giorno scimmiottano i trapper che incitano a trattare "le tipe" come mero oggetto di piacere. E anche lei, la vittima dello stupro, è una ragazza come tante, intenta a canticchiare versi trap dello stesso tenore di cui sopra mentre balla mezza svestita. Nulla di fuori dall'ordinario dunque.

Inutile puntare ipocritamente il dito sui carnefici di turno. È facile fare gli indignati solo quando vengono alla ribalta spiacevoli fatti di cronaca. Ma queste sono semplicemente le risultanti della società attuale.

Invece di scandalizzarsi pensando che i protagonisti siano dei dissennati, perché non fermarsi ad osservare i propri figli su tiktok filmarsi tutto il giorno mentre fanno gli ebeti? Si noterebbe che costruiscono video identici a quelli degli stupratori e della vittima. Conducono la stessa vita e hanno la medesima concezione dell'esistenza. Potevano tranquillamente trovarsi loro quella sera e magari rovinarsi la vita trascinati dal branco e dagli ormoni.

È giusto che chi sbaglia paghi, ma sentire orde di genitori puntare il dito e dare lezioni di morale e educazione anche no. Che si guardassero in casa, i "mostri", come li chiamano, li hanno tutti i giorni accanto a loro.