L'assassinio di Darya Dugina e l'avanzata dell'inumano

L'assassinio di Darya Dugina, a prescindere dalla volontà di colpire lei o il padre, e tralasciando l'identità effettiva di sicari e mandanti, dimostra inequivocabilmente che quella che stiamo vivendo, come sosteniamo da tempo, è prima di tutto un'autentica guerra di cultura.

I centri del potere sovranazionale non stanno semplicemente cercando di creare un nuovo assetto geopolitico ad affermazione della propria egemonia, ma hanno di mira una completa riforma antropologica che prima di tutto prevede l'imposizione di una nuova e infernale visione del mondo.

Questo è il motivo per cui chi è portatore di valori e visioni non omologabili al nuovo pensiero, è considerato dai poteri inferi un corpo estraneo da espellere o annientare. Dalla fase di censura e di stigmatizzazione sociale, temiamo si stia passando a una fase successiva, che prevede la liquidazione fisica dei resistenti e degli incorruttibili.

Particolarmente odiosi per gli ingegneri del nuovo ordine sono appunto i portatori e custodi di quei punti di vista e di quelle istanze realmente irriducibili e radicali, quali sono quelle della tradizione e dell'identità.

Dugin, dal nostro punto di vista, è oggi uno dei maggiori baluardi viventi a sostegno di una cultura dell'umano, in tutte le sue dimensioni; una cultura che contempla e difende l'uomo nelle due caratteristiche fondanti che la tradizione gli attribuisce, ossia il suo ruolo pontificale di mediatore tra terra e cielo, e quello di essere somma ricapitolazione e sintesi dell'universo intero; qualità che si manifestano in maniera privilegiata nella ricchezza delle sue manifestazioni etniche e culturali.

Ecco che il pensiero di Dugin, dei Dugin, si configura come l'appello scandaloso nel tempo della barbarie e dell'abbrutimento, al sacro e all'identità, che metapoliticamente non possono che configurarsi in una dottrina dell'incontro e dell'armonia del diverso - il multipolarismo - sorretto dalla comune radice e tensione dell'umanità alla trascendenza, al superamento di sé nello spirito. Un pensiero che scuote alle fondamenta le illusioni del nuovo ordine, tanto inviso quando invincibile.

L'attentato di Mosca ci insegna che non vi sarà misericordia alcuna per chi oserà rivendicare il diritto di essere uomini. Viene il tempo del coraggio e della prova.