L'Arte oltre l'Artista

Specialmente negli ultimi anni di coercizioni e lasciapassare, ci sono stati momenti di rottura quando si è scoperto che artisti apprezzati stavano sostenendo idee ripugnanti o compiendo azioni contraddittorie rispetto a quanto espresso nella propria arte. Gli esempi che potremmo fare sono davvero tanti, ma questo è un discorso generale, non rivolto ad un periodo specifico. Si può ancora apprezzare quell'artista che ci aveva esaltato e commosso? La questione non è meramente estetica, ma tocca il cuore stesso di cosa significhi creare e fruire arte.

Quando un pittore dipinge, quando un musicista compone, quando un poeta scrive, stanno forse semplicemente trasferendo sulla tela o sulla carta le loro convinzioni personali? O accade qualcosa di più misterioso e complesso? Come se fossero "attraversati" da qualcos'altro? L'ispirazione opera secondo logiche diverse da quelle della razionalità quotidiana. È come se l'artista diventasse un medium attraverso cui qualcosa di più grande si manifesta - che sia l'inconscio collettivo, l'essenza umana universale, o semplicemente la capacità della mente di attingere a verità che trascendono le limitazioni della personalità cosciente. L'arte parla di qualcosa che va oltre le limitazioni personali, attingendo a quella dimensione dell'esperienza umana che è universale e atemporale. Il problema nasce quando confondiamo l'artista con la persona. L'artista non è l'individuo biografico con le sue opinioni e le sue debolezze, ma è quel canale attraverso cui si manifesta una visione che può essere molto più ampia e profonda delle sue convinzioni personali. Questo non significa ignorare tutto ciò che si compie sul piano personale, ma riconoscere che l'arte opera su un piano diverso e la sua capacità di rivelare verità profonde sull'esistenza umana può emergere anche dalle contraddizioni e dalle imperfezioni di chi la crea. Non passa giorno che non sentiamo frasi del tipo "quello lì ha sostenuto quella coercizione, quell'altro non si è schierato contro quella situazione geopolitica, l'altro ha idee pessime e mi sta antipatico" ecc.

Riusciamo semplicemente a cogliere quella scintilla di verità universale che l'opera d'arte può contenere, indipendentemente dalle limitazioni di chi l'ha creata? Perché se non riusciamo a fare questo, probabilmente è meglio non ascoltare, né guardare le opere di nessuno. Se ci aspettassimo che le idee di un artista coincidessero con le nostre, probabilmente gli artisti ‘degni’ si conterebbero sulle dita di una mano.

Pratici

Tutti sognano che i propri figli diventino ingegneri, medici, avvocati, professioni da "colletto bianco". Ma quando si rompe il rubinetto, quando salta la corrente, quando crolla un muro o quando l'auto non parte, chi si chiama disperatamente? L'idraulico. L'elettricista. Il muratore. Il meccanico. C'è poco rispetto per le mani che tengono in piedi tutto, per quei mestieri incredibilmente considerati "di serie B". Fino al momento del bisogno però, perché poi diventano improvvisamente le professioni più preziose del mondo. 

Il lavoro manuale non è solo una professione, è una forma di sapienza antica. È la capacità di trasformare la materia, di risolvere problemi concreti, di creare qualcosa di tangibile e duraturo. L'elettricista non si limita a "sistemare i fili", garantisce la sicurezza delle case, il muratore non "mette solo mattoni" ma costruisce le fondamenta dell'esistenza. L'idraulico non "ripara solo tubi" ma assicura igiene e benessere. Il meccanico non "aggiusta solo motori", ma mantiene in movimento la società. 

Si parla tanto di AI che sostituirà molti lavori umani, be' non saranno certo quelli manuali. Qui si continuano a spingere figli solo verso università e master, creando generazioni che non sanno piantare un chiodo. Una società di teorici che dipende completamente da una classe di pratici sempre più ristretta e straniera, perché i figli degli italiani han deciso di non sporcarsi più le mani. Va restituita dignità al lavoro manuale. Non è affatto un ripiego per chi "non ce l'ha fatta negli studi". È una scelta di vita, peraltro, se vogliamo metterla sul piano economico, a volte anche più sicura di molte professioni "intellettuali". 

C'è gente che guarda dall'alto in basso chi "lavora con le mani" finché non ne ha bisogno, poi quando serve si rende conto che la vita non è fatta solo di camici bianchi e cravatte ma anche di tute blu e mani sporche di lavoro onesto. Questa mentalità va affossata.