Non avrai nulla e sarai felice

Il monopattino elettrico sbanda sulla strada deserta, innaffiata dalla pioggia, lasciando una scia profonda, che pare quasi un solco, sull'asfalto bagnato e scivoloso. I lampioni, quei pochi rimasti accesi, emanano una luce fioca, intermittente, quasi fossero grandi occhi che si aprono e richiudono in un ritmico ed isterico battito di ciglia. Tutto è irreale, spettrale, ovattato. Fa freddo, il silenzio è assordante. Sono le ventuno. Lasci il mezzo sotto casa, non vedi l'ora di rientrare fra le mura domestiche. Il lavoro in azienda è stato stressante, la giornata molto dura, i tuoi capi pretenziosi. Appena varchi l'uscio del tuo appartamento in affitto calmierato statale, tuo figlio ti corre incontro, sgranocchiando, con voracità, una barretta alla farina di grilli.

"Com'è andata la dad amore?", gli domandi premuroso, "e la lezione di storia nel metaverso?". " Tutto ok papà, come al solito benissimo! Ho anche preso 8 all'interrogazione a distanza!!". "Bravo tesoro, sei il mio orgoglio", gli rispondi felice, con il sorriso stampato sul volto stanco, arrossato, provato dalla fatica. Saluti tua moglie, entrando in cucina. La pasta, cotta a "fuoco spento", sta quasi per essere messa in tavola. " Tesoro, una doccia tiepida ed arrivo". Tua moglie ti guarda amorevolmente, " Va bene caro, stasera è il mio turno di farla fredda...certo con questo gelo..". "Perché, quanti gradi ci sono in casa?", "16 ovviamente, come prevede il decreto green austerity". Entri nel bagno, simile oramai ad una cella frigorifera. Il riscaldamento è spento dalle sette. Ti spogli, ti lavi in due minuti, ti radi con l'acqua fredda, ti asciughi, ti rivesti velocemente indossando un pesante maglione di lana. "Amore è pronto in tavola!", le parole della tua consorte risuonano, celestiali, dalla piccola cucina attigua. "Arrivo!", rispondi entusiasta, non vedi l'ora di sederti, rilassarti e goderti la cena. In fondo te lo sei meritato, hai lavorato duro, hai dato il massimo tutta la settimana. Gli spaghetti, incollati nel piatto, sono proprio come piacciono a te. Li divori, incensando la tua metà per l'ottima portata. In fondo non aveva torto quel premio Nobel, anni fa, agli albori della crisi energetica: anche cotta così è ottima, ed in più si risparmiano risorse fondamentali per il pianeta e l'economia. Finito di desinare assieme alla tua famiglia, finalmente puoi sederti sul divano. Affondi tra i cuscini infreddolito, ma beato, con la coscienza pulita per aver fatto il tuo dovere. Tua moglie e tuo figlio ti raggiungono. Vi stringete, tutti e tre, sotto il piumone, guardando sulla piattaforma a pagamento la vostra serie TV preferita. "Amore sai pensavo ad una cosa..", tua moglie ti mormora dolcemente nell' orecchio, " sono veramente felice, rispettiamo l'ambiente, viviamo in libertà, non ci manca proprio nulla!". "Sì, hai proprio ragione", rispondi assonnato. Mentre le tue palpebre diventano sempre più pesanti e la testa ti si sta reclinando lentamente all'indietro, incroci lo sguardo di tuo figlio. Le immagini della tele riflettono sui suoi occhiali spessi, formando quasi un caleidoscopio, che illumina il salottino buio. "Che generazione meravigliosa che siete", cogiti tra te e te, "verde, ubbidiente, colta, sorridente, che vive nell'epoca d'oro del progresso, della scienza, dei diritti, della democrazia". "Tesoro", la voce soave di tua moglie ti desta dal dormiveglia strappandoti, per un attimo, dalle braccia di Morfeo, "ricordati che la settimana prossima ti scade il pass vaccinale, devi effettuare il richiamo". "Certo", rispondi sbadigliando, "altrimenti non potrò entrare al lavoro". Mentre stai di nuovo per addormentarti, tra il brusio della TV e la coperta calda, un sorriso, appena accennato, affiora sulle tue labbra, oramai semi aperte e pronte al meritato riposo. "Avevano proprio ragione", pensi, "proprio ragione...non si sbagliavano di una virgola: non possederai nulla e sarai felice".



Et ventis adversis

Come fu per il green pass, a cui gran parte della controinformazione e dei partiti della finta opposizione contestavano l'inutilità nel contrastare la diffusione del "contagio" e l'illogicità nell'applicazione pratica, così, anche per le sanzioni, lo schema ricalcato appare il medesimo. Già, perché se il lasciapassare di Stato ha assolto perfettamente alla sua funzione cristallizzandosi nel nostro ordinamento ed evolvendosi, de facto, in strumento giuridico atipico, elastico, mai soppresso e sempre utilizzabile in caso di necessità, anche le "sanzioni" inflitte alla Russia hanno centrato in pieno l'obiettivo per cui sono state poste in essere. Creare una crisi che rimodelli il sistema vigente ed introduca nuovi paradigmi economici, seguendo il solco tracciato durante la "pandemia", riplasmare l'assetto geopolitico dell'Europa ripristinando una sorta di cortina di ferro nei confronti del blocco eurasiatico, scatenare una guerra quasi nel cuore del vecchio continente per fiaccarlo e terrorizzarne i popoli, (sacrificando il popolo ucraino), distruggere ciò che rimane della piccola e media impresa nei paesi manifatturieri (Italia in primis), con costi per l'energia volutamente drogati e conseguenti difficoltà di produzione, consolidare l'egemonia anglo americana sugli stati vassalli, sono obiettivi che possono dirsi in gran parte raggiunti. Analizzare la realtà in compartimenti stagni, non considerando la sincronia degli eventi, il loro rapido susseguirsi e le conseguenze potenzialmente devastanti prodotte, è, spesso, il peccato originale di chi si approccia ad analizzare il tempo in cui viviamo.

Green pass e sanzioni sono un Giano bifronte e di certo stanno centrando gli scopi per cui sono stati creati. L'unica certezza che oggi abbiamo rispetto al futuro che sembra attenderci, è che affronteremo tutto ciò che verrà a schiena dritta, con dignità, con lo sguardo fiero e lo spirito mai domo di chi si è temprato nelle difficoltà enormi di questi anni, consapevoli e non depressi come i padroni del vapore ed i menestrelli del terrore ci vorrebbero. 



"Chiedi alla polvere" di John Fante

Pubblicato nel 1939, " Chiedi alla polvere" di John Fante rappresenta, senza dubbio, il punto più alto della saga di Arturo Bandini, alter ego dell'autore, protagonista della maggior parte dei romanzi dello scrittore italo americano. L'opera, solenne ed al contempo dissacrante, ironica nella sua drammaticità, descrive attraverso una potenza narrativa fuori dal comune, l'umanità "sporca" ed affaticata della Los Angeles ai tempi della grande depressione, dove una marea umana romanticamente anonima si agita, sgomita, suda, fluttua rattoppata in uno strabiliante tripudio di volti, lacrime, delusioni, sogni infranti, vite spezzate, illusioni. Arturo Bandini non è un uomo ammirevole. Contraddittorio, in perenne conflitto interiore, arrogante ed insicuro, muove i suoi passi nella polvere californiana, che sembra penetrare nella sua carne, entrargli nelle meningi, fino ad incollarsi, inevitabilmente, all'anima. Logorroico, ateo "perseguitato" dal cattolicesimo, narcisista, in perenne stallo tra aspirazioni, desideri e paure, Bandini diventa il racconto stesso, saltando fuori dal testo, acquistando forma a sostanza tra le righe magistralmente scritte da Fante, prendendo quasi per mano il lettore,  trascinandolo tra i sobborghi, gli squallidi appartamenti, i locali, le strade malfamate descritte con crudezza e dovizia di particolari, in un acquarello che dipinge a perfezione una natura umana dicotomica, in perenne conflitto tra bene e male, sacro e profano, gioia e dolore. Più che un libro, Fante ci dona, quindi, uno spaccato di vita pulsante, dove il precario equilibrio in cui si muovono i personaggi diviene un universo perfetto nella sua imperfezione, un incastro complesso di sentimenti, dove amore, odio, passioni e tentativi di riscatto si mescolano, toccando le corde dell'anima di chi si avventura tra le sue affascinati pagine. Un testo che odora di vita, agrodolce, "sgangherato", aulico, profondo, sanguinante, che fotografa, impietoso, il lato debole e "miseramente" epico del grande "sogno".

“Questa sì che era vita: girare, fermarsi e poi proseguire, sempre seguendo il nastro bianco che si snodava lungo la costa sinuosa, liberandosi di ogni tensione, una sigaretta dopo l’altra, e cercando invano delle risposte nell’enigmatico cielo del deserto.”




La crisi dell'insegnamento - C.Peguy

La crisi dell’insegnamento non è una crisi dell’insegnamento; non c’è crisi dell’insegnamento; non c’è mai stata crisi dell’insegnamento; le crisi di insegnamento non sono crisi di insegnamento; sono crisi di vita; denunciano, rappresentano crisi di vita e sono crisi di vita esse stesse; sono crisi di vita parziali, eminenti, che annunciano e accusano crisi della vita generale; o, se si vuole, le crisi di vita generali, le crisi di vita sociali si aggravano, si radunano, culminano in crisi dell’insegnamento, che sembrano particolari o parziali, ma che in realtà sono totali, perché rappresentano il tutto della vita sociale; è infatti all’insegnamento che le prove eterne attendono, per così dire, la cambievole umanità; il resto di una società può passare, truccato, mascherato; l’insegnamento non passa; quando una società non può insegnare, non è che manca accidentalmente di un apparato o d’una industria; quando una società non può insegnare, è che questa società non può insegnarsi; è che ha vergogna, è che ha paura lei stessa d’insegnarsi; per ogni umanità, insegnare, in fondo, è insegnarsi; una società che non insegna è una società che non si ama; che non si stima; e questo è precisamente il caso della società moderna.

I parassiti politici parlamentari di ogni lavoro umano, i politici della politica e dell’insegnamento hanno un bel celebrare la scienza e il mondo moderno e la società contemporanea in gozzoviglie cerimoniali; [...]

Come insegnare quando tutto il mondo mente; io so che si mente molto nell’insegnamento; ma ugualmente l’insegnamento ripugna più alla menzogna che le altre operazioni sociali; l’infanzia e la giovinezza hanno, nelle società più danneggiate, una certa forza di innocenza propria che resiste alle invasioni della frode; è per questo che la pedagogia ha meno successo delle altre forme di demagogia; ed è per questo che le malattie sociali venute dalla menzogna appaiono anzitutto sotto forma di sintomi pedagogici.

Le stesse esagerazioni dei nuovi predicatori malcelano una sorda inquietudine; un autentico sapiente che lavora nel suo laboratorio, non scrive Scienza con la S maiuscola; un autentico artista, che lavora nel suo atélier, non scrive Arte con l’A maiuscola; e un vero filosofo, che lavora nella sua testa, non scrive Filosofia; il più delle volte non pronunciano e non scrivono queste parole: scienza, arte, filosofia; si può affermare che usano queste parole il meno possibile e per così dire a difesa del loro corpo; colui che dice Scienza, Arte, Filosofia e Società moderna ai barlumi di illuminazioni civiche è uno che non sa quel che è un laboratorio, un atélier, un pensiero personale, un’umanità; e quando un demagogo scientista pone una S maiuscola a Scienza, non lasciamoci ingannare; è che questa S maiuscola, nei rimorsi della sua tardiva coscienza, fa una sostituzione; sostituisce tutto quello che nello spirito del demagogo, o del pedagogo, è tutt’uno, viene meno alla scienza per esercitare la funzione sociale di mistica laica a essa attribuita dai politici; come se questa mancanza stessa non ci fosse, questa pretesa insufficienza che garantisce la scienza allo sguardo del vero sapiente, come se questa impotenza impolitica della scienza non fosse, agli occhi del sapiente vero, il suo marchio stesso, la causa della sua eminente grandezza, la condizione della sua dignità.

Quando un demagogo pone una S maiuscola a Scienza e quando tenta di costituire un culto rituale della Scienza ricalcato sugli antichi culti religiosi, è che anzitutto non comprende nulla della vera scienza, della sua vera grandezza, e secondariamente che, non comprendendo nulla di questa autentica grandezza, vi mette stupidamente una prolunga; prolunga di grandezza uguale a quella che, nello spirito di un demagogo, può separare una S maiuscola capitale da una s minuscola di cassa.

Trovano che la scienza non è dunque come è, per quel che ne vogliono fare, e poiché sono incapaci di ingrandirla nella realtà, fanno professione di ingrandirla nella tipografia.

Traggo argomento di questo sentimento che hanno di questa insufficienza; e mentre si vuole fare della Società moderna un nuovo Dio, come non riconoscere in questo idolo nuovo delle tare peggiori delle tare degli dèi antichi; come insegnare l’infanzia e la giovinezza quando tutto il mondo mente, quando tutti i grandi personaggi mentono, quando tutti gli Stati Maggiori, di tutti i partiti, mentono, quando tutto il mondo politico parlamentare mente, quando i maestri, che dovrebbero insegnare a non mentire, mentono, quando l’appiattimento delle coscienze appiattisce le coscienze universitarie stesse, quando il favoritismo, il nepotismo, quando l’arrivismo invade il personale universitario stesso, quando i figli, i nipoti, i generi e i cugini di secondo grado dei grandi maestri salgono i gradi della gerarchia a una velocità uniformemente accelerata, quando infine tutti i giovani professori provano simultaneamente lo stesso colpo di fulmine automatico per tutte le ragazze di tutti gli ispettori generali.

Come insegnare l’infanzia e la giovinezza quando tutto quel che non è più bambino e che non è più giovane mente; qualche anno fa, al tempo del mio apprendistato e delle esperienze inevitabili, avrei scritto, come tutti, che il mondo moderno si cerca; oggi, nel disordine delle coscienze, siamo malauguratamente in grado di scrivere che il mondo moderno si è trovato, e che si è trovato malvagio; le conseguenze delle menzogne politiche parlamentari ricadono per sempre sugli autori che sono contabili e responsabili di queste menzogne; ricadono sempre sulla stessa umanità; come insegnare quando tutta la società è marcia di menzogna [...];

Che la scienza, che l’arte, che la filosofia si sbarazzi dei politici, che il socialismo, che il mondo operaio si sbarazzi dei politici, che l’insegnamento si sbarazzi dei politici [...]: a questo punto forse degli uomini che non mentiranno avranno qualche diritto di parlare della giovinezza; e non avendo più questa crisi di vita, forse a questo punto non ci sarà più crisi dell’insegnamento.

Per il rientro a scuola (Pour la rentrée) è un articolo scritto da Péguy in occasione della riapertura delle scuole, l’11 ottobre 1904. Il testo è raccolto da Jean Bastaire nell’antologia Péguy tel qu’on l’ignore (1973).




Noomachìa – Rivolta contro il mondo postmoderno di Alexander Dugin

Negli ultimi anni anche i grandi media si sono interessati ad Alexandr Dugin, ma quanto si conosce davvero delle sue idee?

Per approcciarsi concretamente al pensiero di questo autore sconsigliamo spezzoni televisivi o interviste varie, consigliamo invece la lettura di un suo testo intitolato “Noomachìa – Rivolta contro il mondo postmoderno”.

Un libro essenziale per comprendere su che piano si muovono le analisi di Dugin, che spiega quali sono, dal suo punto di vista, le radici della Postmodernità, senza la cui conoscenza non sarebbe possibile procedere ad una rivolta efficace contro di essa.
Un libro di lungo respiro in cui si tenta, ambiziosamente, di ripercorre la storia ontologica della civiltà europea attraverso lo studio delle differenti civiltà a partire dall’intreccio di tre Logoi: Apollo, Dioniso e Cibele.

“Noomachìa è un progetto fondato su un peculiare approccio filosofico-metafisico: la Noologia.

L’uomo è un essere che si differenzia da ogni altro nel mondo per una sola cosa: il pensiero. Ogni altra qualità è condivisa con gli altri esseri viventi, ma il pensiero costituisce un’esclusiva dell’essere umano, il quale può essere quindi definito come una creatura pensante o essere pensante. Di conseguenza, il pensiero è per definizione umano. Tutti i viventi hanno un corpo e diverse istanze ad esso correlate (tutti proviamo dolore fisico, piacere fisico, e così via), ma nessuna creatura eccetto noi nel mondo vivente dispone di un intelletto ed è in grado di pensare. Il pensiero o Nous, allora, costituisce l’essenza dell’uomo. Tutti gli altri aspetti della vita sono comuni all’uomo quanto alle altre creature ma il pensiero, l’intelletto, è un aspetto unico dell’uomo ed è ciò che ci rende umani. Essere un umano significa essere una creatura pensante. Così, il Nous è la radice più profonda dell’essere umano, dell’umanità. Noi siamo umani perché vi è in noi il Nous.

Quindi indagare sul Nous – Noologia – significa esplorare non un tipo di oggetto alienato ma noi stessi. Riflettere sul Nous significa riflettere su noi stessi, sulla nostra più profonda natura. Non si tratta di qualcosa di astratto, bensì di una sorta di introspezione volta a conoscere le più remote profondità del nostro essere, l’essenza dell’uomo.

Possiamo presentare l’essere umano sotto diversi punti di vista. La Noologia presenta l’uomo dal punto di vista della sua essenza. Si tratta in definitiva dello studio del pensiero propriamente detto.

La Noologia costituisce anche la base filosofica del multipolarismo poiché l’idea sottostante la Noologia è che non esiste un solo tipo di intelletto comune a tutta l’umanità, un solo pensiero universale, ma ve ne sono diversi. Quando cerchiamo di studiare accuratamente il Nous, l’intelletto, il pensiero, scopriamo quanto il processo del pensiero dipenda dalla cultura. Se ci si muove nel contesto di una determinata cultura, si pensa in un modo. Se si appartiene ad un’altra cultura, ad un altro gruppo etnico, ad un’altra religione, ad un’altra generazione, si pensa in un modo completamente differente, pur essendo sempre un essere umano (serbo, russo, francese, inglese, cinese, africano, e così via). L’appartenenza a differenti culture, differenti spazi e differenti epoche, fa sì che si pensi in modo diverso.

Così, se vogliamo studiare il nous dobbiamo tener conto di queste differenze. Senza prendere in considerazione queste ultime, non potremo mai giungere all’essenza del Nous.

L’essenza della Noologia è il riconoscimento della pluralità delle culture. Pluralità significa che non vi è solo un percorso di sviluppo universale e normativo del pensiero. Vi sono differenti manifestazioni del Nous, così diverse e così particolari che occorre studiare attentamente ciascun caso specifico – serbo, russo, tedesco, francese, ecc. – non per creare una gerarchia tra casi più o meno sviluppati ma per arrivare ad una comprensione profonda di come ciascuno pensa nei differenti contesti, comprensione volta al raggiungimento di una conoscenza totale del Nous.”


“Nella Postmodernità, la ragione umana è sostituita dall’intelligenza artificiale, le normali relazioni umane dalla rete, e quel che nel paradigma della Modernità era denominato «realtà» lascia il posto alla virtualità, la quale tuttavia non è solo il riflesso della realtà. Certo, essa segna la traslazione dal reale al digitale, ma il processo non si esaurisce qui. Successivamente, ciò che è stato trasposto nella virtualità viene elaborato, migliorato, perfezionato, quindi emulato nella realtà. Di conseguenza, il virtuale acquisisce un’esistenza autonoma, a cui la realtà è subordinata. Si pensi alla stampante 3D, attraverso cui il virtuale si riversa nel reale, viene «stampato», oppure alla moneta dematerializzata (carte di credito, ecc.), bit digitali trasferibili istantaneamente in tutto il mondo che predeterminano la produzione reale, o ancora alla propria personalità virtuale sui social network e alle relazioni tra profili diversi, da cui la vita «offline» dipende e di cui essa stessa diventa un’emulazione.”




 

La "fine dell'età dell'acqua"

Con una influenza respiratoria che ci dicono mortale e che ha giustificato le norme più violente e repressive che la storia repubblicana ricordi, i componenti del carrozzone mediatico e gli squallidi guitti della politica nostrana dicono di abbassare il riscaldamento nelle nostre case e nei pubblici edifici, di non lavarsi troppo, persino di non cambiare tutti i giorni le mutande. Ci intimano, altresì, di non avere troppe pretese in campo alimentare, dovendoci oramai abituare, secondo loro, a nuovi paradigmi ed al razionamento di gas e materie prime, oramai giunti a prezzi stellari. Eppure, secondo la logica ed il buonsenso, un uomo ben nutrito, con un'igiene personale adeguata, che vive in un ambiente confortevole e riscaldato a dovere in inverno, avrà sicuramente meno probabilità di ammalarsi, per giunta con la presenza nell'aere di un patogeno definito letale, causa scatenante di un lasciapassare per vivere e lavorare, di restrizioni, chiusure, stravolgimenti economici. Tutto normale, non trovate? Dal lavaggio compulsivo delle mani per prevenire il contagio alla "fine dell'età dell'acqua" (come sbandierato da alcuni articoli di giornale mainstream) sono trascorsi, solamente, poco più di due anni. D'altronde, un minuto dopo l'annuncio dello scoppio della così detta pandemia, l'avvertimento fu chiaro, come la luce meridiana: nulla sarebbe stato più come prima. Ora, forse, anche i più devoti al dogma dall’andrà tutto bene e della pace con armi e sanzioni, inizieranno ad avere qualche leggerissimo dubbio sulla portata della menzogna. Ma che importa, per la nostra salute è già stata predisposta la quarta dose...a cosa servono cibo sano, riscaldamento ed acqua corrente in casa?  Il siero ci salverà, un'altra volta. Tutto il resto è contro il progresso, antiscientifico e complottista. 




Elezioni 2022: previsioni

Si avvicina il 25 settembre, il teatrino delle crocette elettorali è alle porte.

Come andranno queste elezioni? Non abbiamo letto alcun sondaggio, semplicemente osservando la propaganda si può facilmente prevedere come risponderanno le masse.

L’esito sarà scontato. Vediamo, una per una, alcune delle formazioni candidate.

FDI: sarà il partito più votato. Sono stati fuori dalla coalizione di maggioranza nell’ultimo “governo dei migliori”, pertanto per molti godono ancora di “verginità”, nonostante buona parte dei membri siano in politica da decenni, Meloni in primis. Sono già allineatissimi sulla politica internazionale, sulla questione ucraina han già preso posizione e sono ammiratori delle politiche draghiane. A loro verrà permesso di governare per un periodo, ma ad un certo punto dovranno essere sostituiti dall’ennesimo governo tecnico. Le posizioni antigenderiste nel lungo periodo non potranno essere tollerate dall’agenda. Sostanzialmente verranno usati e poi messi da parte. PREVISIONE 20% 

LEGA: partito sempre più macchiettistico, con un leader grottesco. A loro non rimane che andare a Lampedusa e parlare di immigrati. PREVISIONE 10% 

FI: Berlusconi su tik tok è l’emblema di questo partito cancro che per anni ha recitato il ruolo del finto antagonista del PD. Mummie. PREVISIONE 5% 

PD: sono il male. Precisissimi a seguire qualsiasi agenda venga imposta, spacciandosi per “partito di sinistra”. Sono quelli che governano sempre e comunque, a prescindere dall’andazzo delle votazioni. Ne abbiamo parlato tante volte, inutile dilungarsi su di loro. Purtroppo godono ancora della fiducia di una fetta di popolazione e di molti giovani che subiscono il lavaggio del cervello dalle istituzioni. PREVISIONE 20% 

M5S: il bluff più patetico della storia della partitocrazia. Eppure ancora una volta, con Conte, cercano di rifarsi una verginità e troveranno gente pronta a sostenerli. PREVISIONE: 10% .

CALENDA/DI MAIO/+EUROPA e MODERATI vari: partituncoli davvero incommentabili. Difficile anche solo pronunciarsi su di loro, senza scoppiare a ridere. PREVISIONE 5% tot.

ITALEXIT: il partito di Paragone ha cercato negli ultimi mesi di incanalare il dissenso, andando spesso anche a presidiare le piazze. Sono coloro che hanno più spazio mediatico e tra i piccoli gli unici che si avvicineranno alla soglia. PREVISIONE 3% .

ITALIA SOVRANA E POPOLARE: formazione confusionaria con qualche buon nome e la vecchia volpe Rizzo a trainare. Al momento nessuna chance per loro. PREVISIONE 1,5%.

VITA: progetto utopico che non avrà mai alcuna possibilità per le vie parlamentari. PREVISIONE 0,5%.

ALTERNATIVA PER L’ITALIA: l’unione tra Di Stefano e Adinolfi viene vista con disprezzo sia dall’establishment che dagli altri partiti di opposizione. Personaggi ritenuti “brutti”, “fascisti” e “bigotti”. Eppure alcune delle idee più interessanti arrivano proprio da loro. Troppo “antipatici” per tutti. PREVISIONE 0,1% 

ALTRI PARTITI: folklore, sterile dilungarsi. PREVISIONE 0,1% a testa 

 


I giovani elettori del PD

L’elettorato del PD comprende molti giovani e non sorprende che siano quelli più “istruiti” a sostenere le istanze di Letta e compari.

Ne abbiamo parlato molte volte, c’è un problema molto serio con le scuole che creano masse di saccenti ignoranti che si sentono intelligenti per il solo fatto di avere delle lauree o delle specializzazioni di qualche genere.

Non a caso il PD vuole prolungare l’obbligo delle carceri scolastiche, dove si diviene pedine acritiche utili a essere sfruttate dalla multinazionale di turno.

Abbiamo corpi docenti mediocri nel migliore dei casi, e dirigenti scolastici i che seguono i programmi delle agende. Il lavaggio del cervello è totale, per contrastarlo servirebbe la mediazione dei genitori e lo studio parallelo da autodidatta dei giovani. Ma in quanti riescono a far questo? Abbiamo masse di genitori impegnati a scattarsi foto su Instagram e a fare a gara nel mostrare i voti a scuola del proprio figlio. Non si rendono minimamente conto che quei 9 e 10 non valgono nulla e che il proprio figlio non sta evolvendo.

La grettezza contemporanea di basarsi sui titoli piuttosto che sulle reali competenze degli individui è il malato sintomo di una società che produce automi uniformati dal pensiero unico e nozionistico delle Università, le quali non sviluppando appunto lo spirito critico e le naturali predisposizioni, idee e profonde inclinazioni delle persone, non può che generare istituzioni e governi incapaci e corrotti. Essi non sono che uno specchio delle popolazioni che governano, da esse generati.