Accettazione e rassegnazione

La passiva accettazione di fronte a ciò che accade è un atteggiamento ormai normalizzato e sovente accompagnato da frasi di circostanza che sembrano voler giustificare un certo stato di cose. L’impossibilità ad agire, l’avere “le mani legate” ed essere costretti ad adeguarsi alle situazioni se non, addirittura, ad obbedire, sono la via preferita dalla maggior parte delle persone. Un tempo, individui di tal fatta erano definiti ‘ignavi’. Non prendere una posizione, vieppiù in circostanze che richiedevano uno schieramento netto, veniva biasimato e presumibilmente la meta nell’aldilà sarebbe stato l’Antinferno.

Oggi capita raramente sentire qualcuno dissentire rispetto alla maggioranza, prevalgono silenzio e accettazione e quando questi ultimi si estendono su vasta scala producono l’effetto ‘spirale del silenzio’. La maggioranza diventa tiranna e riduce al silenzio chi possiede un’opinione diversa e minoritaria.

I pavidi, gli inetti e gli ignavi si adeguano sempre volentieri, senza porsi troppe domande e lasciando che il tempo languisca e la vita scorra. L’accettazione si trasforma in rassegnazione e si diventa arrendevoli e incapaci di agire. Il risultato, talvolta ancor più tragico, è che gli ignavi riescano ad ottenere ruoli di potere. L’incapacità decisionale associata all’inettitudine diventa rovinosa e trascina con sé, con una forza inaspettata, persino gli spiriti critici. Ribellarsi, controbattere, obiettare, comportano spessore argomentativo e audacia di cui dispongono in pochi, tuttavia per quei pochi dovrebbe essere vissuta come uno stile di vita. 


AM