L'invidioso nell'epoca social

E’ facile per un invidioso credere che il mondo degli altri sia interessantissimo, variegatissimo, ricchissimo, mentre egli vive la propria realtà come grigia e monotona.

Quello di cui non si accorge l’invidioso è che ognuna delle persone invidiate vive una singola realtà, una singola vita, che poi a viverla sarà anch’essa un po’ grigia e un po’ più monotona di quanto appaia a lui. Ma l’invidioso confronta la sua situazione con quella di molti altri – soprattutto oggi, grazie agli innumerevoli contatti possibili con internet e whatsapp che fanno vedere mille vite diverse, mille scene, mille occasioni, mille colori diversi - illudendosi che una vita “più ricca e bella” sarebbe una sorta di sommatoria di tutte le realtà che vede. E’ insomma come vedere mille soldatini tutti diversi in un negozio: tutti assieme formano uno splendido esercito, ma appena si compra uno di questi soldatini e lo si mette sulla credenza sembra così povero e solo, così monotono, e, in fin dei conti, bruttino. Perché era la moltitudine, il numero dei soldatini, tutti diversi, a dare l’impressione di bellezza.

Ecco: l’invidioso vede le vite degli altri come pezzetti di vetro in un caleidoscopio, mentre la sua vita gli sembra un solo, singolo pezzettino di vetro colorato. Ma il caleidoscopio non è altro che la somma di tanti pezzettini di vetro, ognuno, preso singolarmente piuttosto squallido e privo di interesse.  Come quando si esce e si vorrebbe stare ovunque c’è movimento e divertimento, ma si può stare in un posto solo, con l’impressione di perdersi il meglio, il succo, l’essenza. E’ l’insieme delle informazioni circa le vite degli altri che fa sembrare opaco e grigio il proprio pezzettino di realtà. L’operazione corretta sarebbe quella di confrontarsi con ognuna di queste realtà prese singolarmente, non con tutte assieme, come oggi si è invece indotti a fare mercé la TV, internet, i social network, che in quest’ottica potrebbero essere definiti operatori d’invidia.