Apolidia postmoderna

Un paradosso: la maggior parte dei nostri connazionali è apolide. Il paradosso si risolve considerando che in questo enunciato entrano in conflitto due distinte idee di nazionalità: quella burocratica e quella culturale. Ovviamente, tutti coloro che hanno nazionalità italiana possono definirsi italiani, ma quanti possono affermare di condividere un'identità culturale che possa dirsi italiana? A prescindere da un dibattito su cosa sia la cultura italiana, quello che possiamo affermare con certezza è che la pseudo-cultura che la maggior parte dei nostri connazionali condivide non ha nessuna caratteristica che possa sostanzialmente - e non accidentalmente - differenziarla da quella, ad esempio, dei paesi di lingua anglosassone. In questo senso possiamo definire apolide chi appare omologato e omogeneo alla cultura mondialista. O, in alternativa, che chi porta ancora in sé un germe di differenza e pertanto d'identità, sia un esule nella propria terra. Sempre più attuali risuonano allora le parole di un grande pensatore del nostro tempo:

"Nell'idea va riconosciuta la nostra vera patria. Non l'essere di una stessa terra o di una stessa lingua, ma l'essere della stessa idea è quel che oggi conta".