Ci sono bambini di quattro/cinque anni che hanno
l'agenda più piena di un manager.
Lunedì inglese, martedì nuoto, mercoledì musica, giovedì calcio, venerdì teatro. Non sia mai che "perdano tempo" o restino "indietro".
A quattro, cinque anni invece di scoprire il mondo
con meraviglia, imparare la noia, inventare giochi con due cuscini e una
coperta, li riempiono già di aspettative, di obiettivi da raggiungere.
È pochissimo é poi il tempo che rimane per giocare spontaneamente con gli amici del parco, perché "deve sviluppare i suoi talenti".
I bambini hanno bisogno di noia. Di tempo vuoto da
riempire con la fantasia. Di ginocchia sbucciate. Di pomeriggi a non fare
"niente di produttivo". Hanno bisogno di provare e riprovare senza
pubblico, di essere mediocri in qualcosa senza sentirsi inadeguati.
Non stanno preparando un curriculum. Stanno vivendo una fase della vita meravigliosa.
E invece li si carica di ansia da prestazione prima ancora che sappiano leggere. Li si guarda con sospetto se non sono "al livello" degli altri, se preferiscono giocare con la terra invece che imparare la terza lingua. Come se l'infanzia fosse un investimento da ottimizzare e non un tempo prezioso da vivere.
I bambini devono semplicemente essere bambini. Correre senza meta, ridere, inventare cose. Crescere senza bruciare le tappe senza entrare nelle logiche della competizione perenne.
Spensieratezza rubata.
Piccoli adulti stressati crescono.