"Complottista": etichetta fuorviante

Bisogna ammettere che spesso il mondo della controinformazione, chiamato volgarmente "complottista", é spesso paranoico. Si parte da idee preconcette per modellare poi la realtà a proprio piacimento.

Detto questo, peggio però sono coloro che utilizzano ed etichettano la gente in tal maniera. 

Il fatto che tra la persone che si occupano di teorie alternative possano esserci ignoranti o paranoici non può essere un deterrente alla comprensione dei fatti.

Il tipico fintocolto col sorrisino stampato sulla faccia che utilizza categorie tipo "fasciosovranisti" e sogghigna con frasi quali "aiuto, gombloddo", "E perché dovrebbero?", "Non cielodicono", é molto peggio degli ingenui che credono a strambe teorie.

Le dinamiche del potere vanno approfondite, la storia va studiata, solamente analizzando gli accadimenti nel tempo ci si rende conto che da sempre c'è stato un susseguirsi di "complotti".

É così che funziona l'umanità, il potere cambia volto, metodi e pelle ma persegue i suoi scopi dalla notte dei tempi, ed anche se non si comprendono gli obiettivi ciò non significa affatto che tutto sia lineare e casuale.

Non c'é prototipo umano più stolto oggi di colui che crede di vivere in un limbo democratico dove tutto ciò che accade é dettato dal buonsenso e dalla filantropia. E non solo si limita a credere a tali scenari, ma passa le sue giornate a sbeffeggiare gli altri con aria da saccente etichettandoli come il sistema gli ha insegnato.

L'umanità é storia di "complotti" e sempre lo sarà fino alle fine dei tempi.

«Come sempre nella storia, anche in questo caso vi sono uomini e organizzazioni che perseguono i loro obiettivi leciti o illeciti e cercano con ogni mezzo di realizzarli ed è importante che chi vuole comprendere quello che accade li conosca e ne tenga conto. Parlare, per questo, di un complotto non aggiunge nulla alla realtà dei fatti. Ma definire complottisti coloro che cercano di conoscere le vicende storiche per quello che sono è semplicemente infame»  (G.Agamben)