Deriva post-democratica

 La democrazia non è sicuramente il migliore dei governi possibili, e la società che la espresse non fu di certo la più giusta e la più pacifica. Essa fu, nelle intenzioni di chi la elaborò, un sistema di garanzie e di controlli indirizzati a un tipo umano che non poteva più trovare in se stesso e nell'ambiente in cui viveva la salvaguardia dalle pulsioni egoistiche e prevaricatrici che recava nella sua natura deietta, e che minavano in ogni istante l'equilibrio e la sopravvivenza della società. Da questo punto di vista, l'istanza democratica presentava per lo meno un certo realismo pragmatico, salvo recare con sé l'inconveniente che postulando un uomo malvagio, predatore e tirannico da cui difendersi, finiva di fatto per promuoverne e incoraggiarne il modello. E infatti la democrazia divenne culla di un tipo umano la cui principale occupazione fu di aggirarne le limitazioni e sfruttarne i meccanismi a proprio vantaggio, in vista di una ricerca forsennata del potere che, essendo di fatto legale, poteva tranquillamente non preoccuparsi di etica, giustizia ed onore.

Molti osservano: voi siete sempre così critici verso il sistema democratico e rappresentativo, eppure oggi che è palesemente violato e vilipeso sembrate prenderne le difese; non è forse incoerenza? Suggeriamo in merito alcune riflessioni. Innanzitutto la più banale: non esiste solo ciò che non si considera giusto; esistono infiniti gradi di approssimazione al male, per cui un degrado minore è sempre preferibile a un degrado maggiore. Una sopravvivenza di eticità, anche se larvale e puramente di facciata, potrebbe sempre essere recuperata e salvaguardata da qualcuno che volesse rendersene responsabile e farsene carico. Il mondo borghese serbava ancora un certo pudore e scrupolo per le apparenze, che nel bene o nel male arginavano o rallentavano derive che attualmente non hanno più confini. La democrazia, inoltre, nelle pieghe dei suoi limiti, nelle ombre dei suoi inganni, negli incavi dei suoi ingranaggi, permetteva un certo margine di sopravvivenza alla diversità. L'alieno, ideologicamente parlando, purché numericamente minoritario e sufficientemente inoffensivo, era sospinto ai margini del discorso ed esiliato, ma non necessariamente annientato. In un certo senso, la sua sopravvivenza era funzionale al sistema, in quanto poteva essere esibita a garanzia di tolleranza e pluralità. Nel mondo che viene non vi è possibilità che il diverso possa essere innocentemente un trofeo o un relitto, ma sarà sempre e solo o un rifiuto o un criminale. In altre parole, qualcosa che va eliminato. Se la democrazia non è il migliore dei mondi possibili, temiamo che ciò che abbiamo di fronte possa candidarsi al peggiore.