La magia della democrazia

Nel tempo delle "opposizioni" ambigue, dei piedi in due staffe, delle genuflessioni ai dogmi della " sacra scienza" prima di esprimere un pallido dubbio o formulare un timido quesito, del vorrei ma non posso e della fedeltà giurata a mamma Europa, il vero ed il falso si mescolano in un unicum inscindibile che consente di dire tutto ed il suo contrario con una facilità disarmante.

Il modus operandi, ben collaudato, consiste nella "moderazione" degli aspetti più estremi della politica di governo, senza proporre, de facto, nessuna alternativa reale ad essa. Tutto ciò comporta due vantaggi: il primo è quello di raccogliere i voti di protesta, fungendo così da gabbia per il dissenso, il secondo è quello di poter comodamente fare marcia indietro su ciò che si è in precedenza affermato, data la vaghezza delle argomentazioni proposte, riconducendo tutto nell'alveo di politiche già tracciate da precedenti esecutivi ed in agende internazionali, senza apparire incoerenti od essere etichettati come traditori. È questa la magia della "democrazia": un giuoco di prestigio atto a distrarre, mistificare, mascherare, convincere di partecipare, messo in atto per porre in essere un non cambiamento, una vera e propria continuità che si cristallizzi inevitabilmente nell'ordine vigente, senza possibilità materiale di ribaltare realmente il corso, già scritto, degli eventi. Tutto il resto, è pura illusione.

"Governare è far credere" ( N. Machiavelli )




Distruzione - G.Bernanos

Febbraio 1947, Georges Bernanos nell’aula magna della Sorbona tiene una conferenza chiamata “Lo spirito europeo e il mondo delle macchine”.

Un passaggio profetico:

“Accettare questo mondo significa accettare di essere oggetto passivo di una terribile, irreversibile esperienza, e io vi ho già detto abbastanza che cos’è questa esperienza, di cui niente, assolutamente niente può farci prevedere la fine, perché fino ad oggi ha portato a catastrofi sempre più terribili.

Alcuni tra voi vanno certamente ripetendo che, la macchina li libera. Li libera provvisoriamente, in una maniera, in una sola maniera, ma che colpisce l’immaginazione: li libera in certo modo dal tempo, fa «guadagnare tempo». Questo è tutto. Guadagnare tempo non è sempre un vantaggio. Quando si va al patibolo, per esempio, è preferibile andarci a piedi.

Il possesso individuale di alcune macchine il cui uso appartiene soltanto a voi, che servono soltanto a voi, può anch’esso farvi illudere, ma queste macchine dipendono già, dipenderanno sicuramente sempre più dalla macchina totalitaria e concentrazionaria, posta nelle mani dei tecnici dello Stato. Voi potete possedere in casa vostra mille apparecchi elettrici per l’illuminazione, uno più ingegnoso e anche più costoso dell’altro. Se la centrale vi rifiuta la corrente, restate al buio, e se la centrale ha anche proibito la vendita delle candele, perché ha bisogno di sego, non avete da far altro che andare a letto senza luce. Domani potrà anche rifiutarvi il calore..

Avete letto sui giornali che un po’ dappertutto si costruiscono impianti per la disintegrazione atomica sul modello delle prodigiose centrali americane, e nonostante questo, dormite tranquilli come se niente fosse. C’è da sbalordire, permettete che ve lo dica... Credete che coloro che controlleranno quelle colossali risorse d’energia non ne abuseranno mai contro nessuno? Tanto meglio per voi. D'altronde, nel caso di abuso di potere potrete sempre, in quel momento, rivolgervi al commissariato del vostro quartiere. Noi siamo già davanti a questo mondo, siamo sulla sua soglia; la porta non si è ancora chiusa dietro di noi. Voglio dire che esso farà facilmente a meno della nostra accettazione, però teme il nostro rifiuto. Non ci chiede di amarlo, non chiede l’amore, chiede solo di essere subito. Nella pretesa di asservire le forze della natura, attende che ci sottomettiamo a lui, al suo determinismo tecnico, come ci sottomettiamo alla natura stessa, al determinismo delle cose, al freddo, al caldo, alla pioggia, ai terremoti e agli uragani. Ha paura del nostro giudizio e della nostra ragione. Non vuole essere discusso. Sostiene di saper meglio di noi chi siamo, ci impone la sua concezione dell’uomo. Ci invita a produrre, a produrre ciecamente, a qualunque costo, proprio mentre ci ha dimostrato in una maniera spaventosa la sua capacità di distruggere. Ci ingiunge, ci comanda, ci incita a produrre, per non darci il tempo di riflettere. Vuole che teniamo lo sguardo fisso sul lavoro affinché non lo leviamo su di lui. Perché, come tutti i mostri, ha paura della fissità dello sguardo umano.”




Il ghigno dell'Europa

Dormienti nel dogmatico sonno dell'Europa a qualsiasi prezzo, in molti continuano, incuranti, a brancolare nel buio di una cecità assoluta e volontaria. Eppure, mai come oggi, sarebbe il caso di stropicciarsi gli occhi con vigore, scrostandosi dalle ciglia le secrezioni che li tengono incollati, aprendoli una volta per tutte dinnanzi ad una realtà che dovrebbe apparire ora nitida anche ai più fedeli al culto del "whatever it takes". 

In questi mesi di guerra "ufficiale" abbiamo prestato l'orecchio a bestialità d'ogni sorta. Parole come libertà, democrazia, valori occidentali, pace, sono oramai svuotate d'ogni significato e ronzano, come uno sciame d'api, nell'aria viziata di un clima che si fa sempre più rovente, nell' evolversi drammatico d'una situazione che appare oramai compromessa a causa delle scelte volutamente scellerate dei padroni del vapore. La fantomatica "unione", de facto, getta finalmente la maschera. Colato il cerone che mal celava loschi interessi e vili propositi, ora vediamo la verità nuda, cristallina, scevra da ogni sovrastruttura e mistificazione.

L'Europa capeggiata dagli squali dell'alta finanza, della moneta unica come metodo di schiavitù e governo, dei banchieri, della distruzione sistematica delle nazioni designate, dello spread, dell'immigrazione scellerata, delle sanzioni, della direttiva Bolkestein e della speculazione indiscriminata, serva delle multinazionali, dello Zio Sam e delle sue smaniose velleità di dominio economico e politico, mostra a tutti il suo ghigno, i suoi denti aguzzi macchiati del nostro sangue. Così, come avvenne per la "pandemia", quando soggetti senza scrupoli scommettevano senza remore nel mercato del capitale di rischio sulla nostra salute, anche oggi i medesimi riempiono le loro tasche cavalcando la crisi energetica, senza che venga messo un freno, mentre milioni di famiglie faticano ad arrivare a fine mese ed innumerevoli imprese rischiano di chiudere i battenti per sempre. Ma per carità, si continui pure a sbraitare, nel bel mezzo della tempesta perfetta, contro i sovranisti, i fascisti, e chiunque metta in dubbio la narrazione dominante, bellica o pandemica che sia. D'altronde ce lo avevano detto senza mezzi termini: il sistema va preservato, "ad ogni costo". Ora, senza dubbio alcuno, abbiamo la certezza di chi pagherà questo costo, a rimetterci l'osso del collo saranno sempre gli stessi.