Les Joyaux de la Princesse

Les Joyaux de la Princesse è un act francese ideato nel 1986 dalla mente di Erik Konofal .

Tutto nacque quando Erik, spinto da una passione storica per il primo novecento, cominciò a collezionare antichi reperti audio per poi utilizzarli come samples d'epoca per la sua musica.

Possiamo tranquillamente affermare che Les Joyaux De La Princesse, è stato tra gli iniziatori del genere Martial/Industrial.

Lo stile proposto dall’ ensemble francese è unico, Konofal negli anni si è dimostrato uno straordinario manipolatore di suoni, sapendo coniugare tappeti ambientali e collage storici con arrangiamenti classici e marziali.

Il progetto è maturato progressivamente lungo una ventennale carriera, attraverso opere di grande spessore artistico e concettuale, in cui accanto a sonorità elettroniche e neoclassiche, convivono discorsi politici, rumori e vecchie canzoni popolari appartenenti al periodo che va tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale.

Un ambient sinfonico, con dilatatissimi tappeti di tastiera, spesso contornati da registrazioni dei discorsi di Philippe Henriot durante il regime di Vichy.

Nonostante l’importanza dei lavori prodotti, Les Les Joyaux De La Princesse è più che altro ricordato nel settore per i suoi split con artisti di punta come Death In June, Blood Axis, Muslimgauze e Regard Extreme.

In particolare è da segnalare "Absinthe - La Folie Verte", che vede la collaborazione di M.Moynihan,  un disco surreale, un viaggio indefinito senza soluzione di continuità, tra strambe sviolinate e loop prolungati in un clima teatrale ed apocalittico.

La musica composta da Erik Konofal è una sofferente liturgia che tra un vecchio vinile che suona una antica canzone, marce militari e synth austeri e malinconici, riesce a creare perfettamente l’immaginario a cavallo delle due Guerre Mondiali, facendo percepire quelle atmosfere che riportano in auge valori come l’orgoglio, la patria, il coraggio e l’onore.

Les Joyaux De La Princesse è un viaggio nelle memorie storiche di un secolo che non c’è più, è il suono di un carillon seppellito tra le rovine.