La scuola insegna moltissime cose
inutili, che poi bisogna disimparare per impararne
molte altre da sé.
Insegna moltissime cose false
o discutibili e ci vuol poi una bella fatica a
liberarsene - e non tutti ci arrivano. (...)
Non insegna quasi mai ciò che
un uomo dovrà fare effettivamente nella
vita, per la quale occorre poi un faticoso e lungo noviziato autodidattico.
Insegna (pretende d’insegnare)
quel che nessuno potrà mai insegnare: la
pittura nelle accademie; il gusto nelle scuole di lettere; il
pensiero nelle facoltà di filosofia; la pedagogia nei
corsi normali; la musica nei conservatori.
Insegna male perché insegna a
tutti le stesse cose nello stesso modo e nella
stessa quantità non tenendo conto delle infinite diversità
d’ingegno, di razza, di provenienza sociale, di età,
di bisogni ecc.
Non si può insegnare a più d’uno.
Non s’impara qualcosa dagli altri che
nelle conversazioni a due, dove colui che insegna si
adatta alla natura dell’altro, rispiega, esemplifica,
domanda, discute e non detta il suo verbo dall’alto.
Quasi tutti gli uomini che
hanno fatto qualcosa di nuovo nel mondo o non sono
mai andati a scuola o ne sono scappati presto o
sono stati “cattivi” scolari. (I mediocri che arrivano
nella vita a fare onorata e regolare carriera e magari
a raggiungere una certa fama sono stati spesso i “primi” della classe).
La scuola non insegna
precisamente quello di cui si ha più bisogno: appena
passati gli esami e ottenuti i diplomi bisogna rivomitare
tutto quel che s’è ingozzato in quei forzati banchetti e ricominciare da capo.
Se c’è ancora un po’ d’intelligenza nel mondo bisogna cercarla
fra gli autodidatti o fra gli analfabeti.
Bisogna chiuder le scuole -
tutte le scuole. Dalla prima all’ultima. Asili e
giardini d’infanzia; collegi e convitti; scuole primarie e
secondarie; ginnasi e licei; scuole tecniche e istituti
tecnici; università e accademie; scuole di commercio; istituti superiori e scuole d’applicazione;
politecnici e magisteri. (..).
Tutto s’accomoderà e si quieterà col tempo. Si
troverà il modo di sapere (e di saper meglio e in meno
tempo) senza bisogno di sacrificare i più begli anni
della vita sulle panche delle semiprigioni governative.
Ci saranno più uomini
intelligenti e più uomini geniali; la vita e la scienza
andranno innanzi anche meglio; ognuno se la caverà
da sé e la civiltà non rallenterà neppure un
secondo. Ci sarà più libertà, più
salute e più gioia.
L’anima umana innanzitutto.
È la cosa più preziosa che ognuno di noi possegga.
La vogliamo salvare almeno quando sta mettendo le ali.
Tratto da: "Chiudiamo le scuole!", G.Papini (Luni editrice)